Passano le ore, e si cerca di salvare il maggior numero di sopravvissuti al tremendo terremoto che stanotte ha colpito l’Abruzzo. Marco Gentile abita nei pressi dell’Aquila, ed è uno delle decine di migliaia di sfollati che in queste ore hanno dovuto abbandonare la propria casa, e così racconta a Ilsussidiario.net come la gente sta vivendo questi momenti drammatici.
Marco, com’è adesso la situazione?
La situazione è molto grave: soprattutto il centro della città dell’Aquila è pesantemente distrutto, e ci sono molti edifici storici crollati. Ora nella città non si può entrare, e hanno l’accesso solo i mezzi di soccorso.
Fuori dall’Aquila invece qual è la condizione generale?
Io ho presente la situazione dei sobborghi intorno all’Aquila. Anche qui la condizione generale è in molti casi gravissima, soprattutto in direzione di Pescara dove c’è la cittadina di Paganica in cui c’è circa l’80% delle case distrutte.
Come avete vissuto i tremendi momenti di stanotte?
Stavo naturalmente dormendo: abbiamo sentito questa scossa violentissima, che è durata credo una trentina di secondi. È saltata subito la corrente, e noi siamo scesi di corsa in strada, io mia moglie e i due figli. Io non ho avuto danni enormi nella mia casa, perché è una casa unifamiliare; alcune altre case, soprattutto quelle vecchie, sono invece completamente distrutte.
E gli edifici storici?
La Chiesa del mio sobborgo Sant’Elia ha la facciata crollata. Quasi tutte le chiese dell’Aquila sono pesantemente lesionate: ho parlato con un’amica che è ancora all’Aquila, e mi ha detto che tutte le chiese, il Duomo, la Chiesa delle Anime Sante, San Marciano sono tutte lesionate in modo molto grave. Poi la cosa più grave è che è crollata la Casa degli Studenti, e alcune palazzine anche recenti. Mi dicono anche che è crollato l’Albergo Duca d’Abruzzi, ma no ho conferme a questa notizia.
I soccorsi stanno arrivando?
La situazione dei soccorsi mi sembra buona: stanno già attrezzando dei campi in periferia dove distribuiscono i pasti. Comunque in generale vedo gente molto spaventata, ma non disperata: gente cosciente di quello che è accaduto e che sta facendo il possibile per rimediare. Stanno poi arrivando parecchi convogli: io sono venuto via da poco dall’Aquila e ho incontrato parecchi mezzi che stanno arrivando sia da Roma e sia dall’Adriatico.
C’è già che lamenta il fatto che l’evento poteva essere previsto.
In effetti so che c’è questo ricercatore dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, che dopo la scossa di una settimana fa aveva detto che bisognava sgombrare la città: però lui aveva previsto questa scossa in 24 ore, invece è stata dopo una settimana.
Ora come guardate ai prossimi giorni?
Difficile dirlo. Un’altra cosa molto grave è che l’azienda dove lavoro adesso è ferma e probabilmente lo sarà per le prossime due o tre settimane perché ha danni rilevanti. Anche questo è un problema: già la nostra zona ha poche attività industriali, e quelle che abbiamo sono state colpite duramente. È un problema, soprattutto in un momento economico così difficile.