A quasi 24 anni dalla morte di Francesco Narducci, il gip di Perugia ha archiviato il fascicolo per omicidio sulla morte del medico scomparso nel lago Trasimeno l’8 ottobre del 1985 e il cui cadavere venne trovato cinque giorni dopo.
A riportare la notizia sono oggi alcuni giornali locali. Nell’indagine erano coinvolti il giornalista Mario Spezi, l’ex farmacista Francesco Calamandrei e due pregiudicati.
Tutti hanno sempre respinto ogni addebito e ora sono stati prosciolti dall’accusa di essere stati coinvolti nel presunto omicidio.
Secondo la ricostruzione del pm Giuliano Mignini, Narducci fu vittima di un omicidio. In particolare – ha ipotizzato il pubblico ministero – sarebbe stato ucciso perché in qualche modo coinvolto nelle vicende del mostro di Firenze. Al termine dell’inchiesta il pm Mignini aveva però chiesto l’archiviazione del procedimento ritenendo che gli elementi raccolti nei confronti degli indagati non fossero sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio. Istanza ora accolta dal gip.
Alla richiesta di archiviazione si erano però opposti il padre e il fratello del medico, parti offese nel procedimento, chiedendo che fossero stabilite “scientificamente e con assoluta certezza” le cause della morte. La famiglia Narducci ha infatti sempre escluso il coinvolgimento del medico nelle vicende fiorentine, ritenendo che sia morto per un incidente o per un suicidio.
Ancora in corso invece davanti a un altro gip di Perugia l’udienza a carico di una ventina di persone per le quali lo stesso pm Mignini ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa, a vario titolo, di aver preso parte a un tentativo di depistaggio delle indagini sulla morte di Narducci. Un procedimento che riguarda tra l’altro un presunto scambio di corpi in occasione del recupero del cadavere di Narducci nelle acque del Trasimeno.