Sarah Scazzi, caso chiuso con i funerali? Per niente. La procura di Taranto convoca per la giornata di oggi tutti i familiari della ragazza quindicenne uccisa dallo zio. Ci sono ancora diversi particolari non chiari nella vicenda nonostante la confessione dello zio Michele che si è proclamato l’assassino.

Sarà ascoltato il fratello, Claudio Scazzi e quindi tutte le persone vicine a Sarah nelle due famiglie, la sua e quella dei Misseri. Guidano le indagini i due magistrati Pietro Argentino e Mariano Buccoliero guidati a loro volta dal dottor Franco Sebastio. Che cosa si vuole ancora sapere: innanzitutto se a Michele Misseri sono bastati solo 12 minuti per strangolare la nipote e portare via il corpo dal garage, mentre moglie e figlie erano in casa, a poca distanza.



Gli inquirenti dicono che forse qualcuno ha tenuto copert l’omicidio fino alle 16 del pomeriggio del 26 agosto. Un cognato di Michele Misseri dice di aver ricevuto una telefonata dall’assassino alle ore 15, mentre questi ha sempre sostenuto di avergliela fatta alle 16.

Gli inquirenti infatti possono smentire queste parole: il cellulare di Michele Misseri si attivò tra le 15 e le 15.30 sui tabulati di Nardò, in provincia di Lecce, a pochi chilometri dal luogo dove è stata ritrovata Sarah, e non quelle di Avetrana, dove l’uomo disse di trovarsi mentre parlava al telefono col cognato. Questa è solo una parte delle indagini che gli investigatori cogliono verificare. Ci sono poi da sentire le cugine di Sarah: hanno coperto il padre, come alcune intercettazioni telefoniche sembrano suggerire?



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