Eccolo il verbale che racconta quei 7 minuti orribili: “Sarah piangeva mentre la uccidevamo”. Sono pagine sconvolgenti quelle che si leggono, nell’ordinanza che tiene in carcere Sabrina Misseri. “Io le dicevo di lasciarla andare” ha raccontato Michele Misseri “E Sabrina ha detto “no, mi deve dire prima la verità, cos’è successo…” poi in quel momento io ho perso la pazienza».
Sarah che urla e piange: Quando tu hai stretto la corda intorno al collo di Sarah, Sabrina ha continuato a mantenerla stretta a Sarah?» chiede il pubblico ministero. «No», risponde Michele Misseri, «si è presa paura e l’ha lasciata». E ancora: «Quando la stavo stringendo Sabrina ha detto “lascia stare, ora l’ammazzi, eh”…mi ha detto “finiscila”, però la forza che avevo io era troppa». Anche Sabrina piangeva, poi si è spaventata ed è tornata di sopra, fuori del garage maledetto. Il gip Mariano Rosati ha scritto, nella sua ordinanza per tenere in carcere Sabrina: «Ha dato un contributo decisivo» nell’omicidio di sua cugina Sarah Scazzi. Si è trattato di un’azione preordinata, probabilmente giunta ad esiti più gravi di quelli programmati (…) un evento scaturito da un empito improvviso. Un’azione cruenta e protrattosi per lungo tempo durante il quale, almeno finché Sarah non è caduta esanime al suolo, Sabrina l’ha tenuta e le ha impedito di muoversi», offrendo al padre quel «decisivo contributo agevolatore alla realizzazione dell’evento delittuoso».
Dunque era tutto preordinato, anche se sembra che padre e figlia volessero inizialmente solo spaventare Sabrina, spaventarla affinché smettesse di dire in giro che lo zio la molestava. «Quando ha stretto la corda al collo di Sarah aveva intenzione di ucciderla?» si legge a pagina 5 dell’ordinanza. «No, volevo darle solo una lezione». «E questo perché? Te lo aveva detto Sabrina?». «Sì… non si poteva sapere per gli altri… sapere in giro… in paese..». E il pubblico ministero: «Sapere in giro il fatto che lei aveva molestato la bambina?». «Sì».
«E questo lo ha detto Sarah a Sabrina?». «Sì». Il magistrato vuole capire meglio: «Cioè, Sabrina le ha detto "papà, vedi che dobbiamo dare una lezione a Sarah sennò quella va in giro a dire che tu l’hai molestata"?» «Sì». «E questo lo ha detto lo stesso 26 agosto?»? «Sì». Lo hanno deciso a pranzo: Sabrina doveva portare Sarah in garage e lo zio spaventarla stringendole la corda al collo. Sarah arriva a casa Misseri alle 14.28, le fa uno squillo al cellulare per dirle che è arrivata. Il gip dice che tutto è successo in sette minuti: lo spazio di tempo fra i due sms inviati da Sabrina.
Il primo (alle 14.28 e 40 secondi) in risposta all’amica Mariangela che stava arrivando a prendere lei e Sarah per portarle al mare e il secondo (alle 14.35 e 37 secondi) spedito all’amica Angela che le aveva scritto qualcosa quattro minuti prima e alla quale, ipotizza il gip, lei «non rispose immediatamente, secondo quello che pare essere una sua abitudine» perché in quei minuti sta uccidendo Sarah.
Dice il giudice che Michele Misseri «è uno dei peggiori chiamanti in correità che un giudice si augurerebbe di trovarsi davanti: ha parlato dopo oltre 40 giorni dal delitto, ha reso una confessione densa di punti non chiari e ancora oggi insoluti e l’ha emendata e integrata più volte solo al termine di interrogatori fluviali». Il rapporto “speciale” di Sabrina con il padre, scrive il gip. Tanto che la stessa Sabrina dice ai giudici: «Io ho sempre stravisto per mio padre».
La sera del 25 agosto, la lite tra Sarah e Sabrina, che Sarah descrive nel suo diario, le sue ultime parole: «ieri sera Sabrina come al solito si è arrabbiata xk dice ke quando c’è Ivano sto smp con lui, e ti credo. Almeno lui mi coccola a differenza sua, potessi avere un fidanzato così! mah… vabbè tanto ci sono abituata…"».