Chi uccise Elisa Claps si accanì sul suo corpo anche dopo la morte.

Sul corpo di Elisa Claps, la sedicenne uccisa a Potenza il 12 settembre del ’93 e ritrovata nella chiesa della Trinità a marzo di qeust’anno, fu usata violenza anche dopo la morte. Chi la uccise, spiega la Palentologa Eva Sacchi, si accanì sul suo cadavere. E’ quanto si rileva dalla perizia depositata presso la Procura di Salerno, nell’ambito del primo incidente probatorio. «Il taglio di tutti i vestiti e lo spostamento di alcuni di questi (operazioni svolte probabilmente anche rivoltando il corpo) necessitano che l’aggressore abbia continuato ad agire sul corpo stesso per un tempo relativamente lungo dopo la morte, o comunque dopo che la vittima non era più in grado di opporre qualsiasi resistenza», scrive il perito.

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«Tutti gli indumenti ad eccezione delle spalline furono tagliati con una forbice. Tali soluzioni di continuità sono state verosimilmente realizzate con l’intento di accedere al corpo della vittima dopo la morte», continua la perizia. Sembra che l’assassino si sia accanito con almeno due armi differenti. «Sulla scena del crimine erano presenti almeno due tipologie differenti di armi: una forbice e una lama. L’insieme dei dati ottenuti dall’analisi dei danneggiamenti fanno supporre verosimilmente che la forbice fosse di medie dimensioni e la lama molto tagliente». Non solo: «Tutti gli indumenti della porzione del corpo, ad eccezione delle spalline – aggiunge – hanno subito danneggiamenti da lama».