Amanda Knox piange, in aula, ma è certa delle sue convinzioni: non ha ucciso Meredith e sta pagando per un crimine che non ha commesso.

«La verità su di me e Raffaele non è ancora riconosciuta e noi stiamo pagando con la nostra vita per un crimine che non abbiamo commesso»: la voce è spezzata dalle lacrime, ma al contempo il tono è stentoreo, il fare sicuro e incalzate. E’ Amanda Knox, a parlare, la studentessa di Seattle che è stata condannata, in primo grado, a 26 anni di carcere, per l’omicidio di Meredith Kercher. Amanda si trova di fronte alla Corte d’assise d’appello di Perugia, e in una dichiarazione spontanea ribadisce la sua convinzione: «Noi tutti meritiamo la libertà», dice.«Non meritiamo – aggiunge – i 3 anni che abbiamo pagato e certamente non ne meritiamo altri. Io sono innocente, Raffaele è innocente, non abbiamo ucciso Meredith».

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