Maura Panarese, la mamma di Yara la ragazza scomparsa dal 26 novembre scorso, ha rilasciato alcune dichiarazioni. In esse, chiarisce alcuni punti che hanno solelvato dubbi e polemiche.
Ad esempio: «Non ha insistito Yara per portare il registratore in palestra. Tantomeno ha litigato con la sorella maggiore per portarlo. Semplicemente gliel’ho detto io quel giorno stesso: se finisci i compiti presto, vai». La donna ha poi aggiunto: «Il giorno prima della scomparsa, giovedì la direttrice dei corsi di ginnastica ritmica aveva chiesto alle ragazze presenti se qualcuna fra loro avesse uno stereo portatile da mettere a disposizione per la gara in programma la domenica successiva. In quel momento era presente mia figlia maggiore Keba, (15 anni, ndr) che ha risposto: sì, noi lo abbiamo. Tornata a casa, Keba ha riportato la richiesta dello stereo e per quel giorno la questione si era chiusa così, senza stabilire chi lo avrebbe effettivamente portato in palestra, né quando. Il giorno dopo, alle 13,45 circa, sono stata io a dire a a Yara: se finisci i compiti in un orario ragionevole, puoi portarlo tu oggi. Tutto qui: nessun litigio, nessuna insistenza».
E Yara, alle 17 e 15, è uscita di casa per non farvi più ritorno. Lunedì sera i familiari di Yara – papà, mamma, la figlia maggiore Keba e la sorella del padre, Nicla, anche lei di Brembate Sopra – sono stati sentiti nuovamente dai carabinieri. «Lo facciamo di frequente, man mano che l’indagine prosegue», hanno spiegato gli inquirenti.
L’obiettivo di lunedì sera, si è appreso, è stato ricostruire la giornata della scomparsa di Yara (nei precedenti colloqui l’attenzione si era focalizzata di più sulla fascia oraria della scomparsa). Intanto sono riprese le ricerche a Mapello, dove si trova la ditta ex Sobea, dove si erano incentrate le ricerche nei primi giorni. Si perlustrerà di nuovo ogni angolo di questa imponente costruzione.