La tentazione di compiere il male si vince facendo il bene e vivendo l’autorità come occasione di servizio e non come strumento di potere. Sono i punti cardine della vita di Santa Caterina da Bologna, mistica clarissa del 1400, presentata questa mattina da Benedetto XVI ai circa ottomila presenti in Aula Paolo VI, durante la 45.ma e ultima udienza generale dell’anno. Al momento dei saluti finali, il Papa ne ha indirizzato uno particolare alla comunità dei Legionari di Cristo.
La Santa, ha spiegato Benedetto XVI, ”era credibile perché si poteva vedere che l’autorità per lei era servire gli altri”. La storia di Santa Caterina, ”è un forte invito a lasciarsi guidare sempre da Dio e a compiere quotidianamente la sua volontà anche se diversa dai nostri progetti, e a confidare nella sua provvidenza che mai ci lascia soli”. Un invito che Benedetto XVI rivolge ai governanti.
Benedetto XVI ripercorre la vita di questa santa, omonima della più nota Santa senese e di pochi decenni più giovane. Santa Caterina da Bologna attraversò nella sua esistenza un’ascesi spirituale e una crescita umana impetuose. Proprio in questo periodo, ha spiegato il Papa, la futura Santa individua sette armi nella lotta contro il male.
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"1. avere cura e sollecitudine nell’operare sempre il bene; 2. credere che da soli non potremo mai fare qualcosa di veramente buono; 3. confidare in Dio e, per amore suo, non temere mai la battaglia contro il male, sia nel mondo, sia in noi stessi; 4. meditare spesso gli eventi e le parole della vita di Gesù, soprattutto la sua passione e morte; 5. ricordarsi che dobbiamo morire; 6. avere fissa nella mente la memoria dei beni del Paradiso; 7. avere familiarità con la Santa Scrittura, portandola sempre nel cuore perché orienti tutti i pensieri e tutte le azioni. Un bel programma di vita spirituale, anche oggi per ognuno di noi”.
Dalla Santa bolognese, divenuta badessa nel tratto finale della sua vita, Benedetto XVI ha sottolineato il grande invito che ci arriva a considerare l’esercizio di una autorità uno strumento per porsi al servizio di chi si governa: “Così, dice anche a noi: coraggio, anche nella notte della fede, anche in tanti dubbi che ci possono essere, non lasciare la mano del Signore, cammina con la tua mano nella sua mano, credi nella bontà di Dio; così è andare sulla via giusta! E vorrei sottolineare un altro aspetto, quello della sua grande umiltà: è una persona che non vuole essere qualcuno o qualcosa; non vuole apparire; non vuole governare. Vuole servire, fare la volontà di Dio, essere al servizio degli altri. E proprio per questo Caterina era credibile nell’autorità, perché si poteva vedere che per lei l’autorità era esattamente servire gli altri”.