Il capo dello Stato Giorgio Napolitano scrive al capo dello Stato brasiliano, Dilma Rousseff. “Non sono accettabili rimozioni, negazioni o letture romantiche dei fatti di sangue di quegli anni, e le responsabilità non possono essere dimenticate” dice il presidente della Repubblica italiana.

E’ un invito a consegnare alla giustizia italiana il terrorista omicida Cesare Battisti detenuto nelle carceri brasiliane che l’ex presidente brasiliano Lula nel suo ultimo atto ufficiale come capo dello Stato brasiliano ha rifiutato di estradare in Italia come richiesto dalla giustizia del nostro paese, per i crimini (quattro omicidi) di cui si è macchiato in Italia. Proprio ieri il parlamento europeo ha votato una risoluzione in cui si chiede che il Brasile consegni il terrorista all’Italia. La lettera di Napolitano è stata consegnata la settimana scorsa dall’ambasciatore d’Italia a Brasilia.



È stata consegnata ai diplomatici che lavorano con la leader del “Partito dei lavoratori” diventata presidente dal 1° gennaio. Nella sua lettera, Napolitano dice che la estradizione non concessa “è un motivo di delusione e amarezza per l’Italia. Non è stato forse pienamente compreso – scrive il presidente – il bisogno di giustizia del mio paese e dei familiari delle vittime di brutali e ingiustificabili attacchi armati, nonché dei feriti in quegli attacchi e a stento sopravvissuti”. Napolitano conferma la fiducia nella magistratura brasiliana ma si dice pronto a perseguire ogni possibile rimedio offerto dal diritto internazionale per ottenere l’estradizione dell’ex terrorista sulla base del trattato bilaterale.



Napolitano aveva già scritto una lettera estremamente indignata a Lula quando questi non aveva concesso l’estradizione di Battisti senza telefonare preventivamente a Napolitano come prevede il trattato fra i nostri due paesi: "La decisione del Presidente ha suscitato in me profonda delusione, amarezza e contrarietà", spiegava Napolitano: "Gli avevo scritto nel gennaio 2009, illustrandogli ampiamente le circostanze di fatto, e gli argomenti giuridici e politici, che chiaramente militavano per la concessione dell’estradizione di Cesare Battisti".