Il segretario della Conferenza episcopale italiana, Monsignor Crociata, al margine dei lavori della Cei tenutisi ad Ancona, ha parlar con riferimento al caso che scuote tutta Italia, il caos Ruby.
“Sono fatti che ci coinvolgono, non ci vedono solo spettatori. È troppo facile indignarsi senza sentirsi coinvolti, senza la pretesa di giudicare dall’alto o chiamandosi fuori, in uno sforzo di solidarietà che coinvolge tutto e tutti. Fermiamoci in tempo prima che il disastro antropologico degeneri ancora di più” ha detto. Entrando nel merito. Crociata ha osservato: “Non c’è contrapposizione tra l’indignazione e la pacatezza. La pacatezza riguarda il modo di affrontare i problemi che indignano.
Secondo mons. Crociata, “se tale ricerca viene piegata e strumentalizzata, rimane tacciabile di essere una difesa di parte. E si prolunga la difficoltà a prendere in mano la situazione». Serve invece «uno sforzo a superare il clima di rissa e faziosità continua per affrontare i problemi che riguardano tutti. Come ha detto il cardinal Bagnasco, da questa situazione nessuno ne esce bene. Mi pare un tipo di considerazione che invita a un senso di responsabilità, a farsi carico di impegni che il momento richiede”.
Nelle sue parole, il segretario Cei ha così continuato a giudicare la situazione: "Le partigianerie non portano solo a danneggiare una parte, ma tutto il Paese. Una delle cose che mancano in questo momento è il sentimento che fa vedere lucidamente le cose per poi capire che fare. Finché la ricerca del bene comune viene strumentalizzata, finché è tacciabile di essere una difesa di parte, diventa difficile prendere in mano la situazione. Assistiamo a un abbassamento della tensione morale che riguarda tutti, a cominciare da chi ha più responsabilità. Prevale invece la ricerca del proprio interesse a scapito del bene di tutti".
Infine un giudizio anche sul federalismo fiscale: "Si rischia la divaricazione del Paese. È un banco di prova significativo per verificare l’attenzione verso tutte le esigenze del Paese. La Chiesa esprime la propria preoccupazione affinché una parte del Paese non venga abbandonata a se stessa".