Un vasto incendio si è sviluppato nella notte di Natale nella zona di Vado Ligure, nel savonese, in località Sant’Ermete, e oltre 200 ettari di bosco sono già andati distrutti. I Vigili del Fuoco sono stati costretti a far evacuare tutti gli abitanti della zona, e un uomo è rimasto ustionato alle mani e al tronco mentre tentava di spegnere le fiamme. La situazione appare ancora critica, dopo che per tutta la notte le squadre dei Vigili del Fuoco hanno tentato di contenere la furia del fuoco. In questo momento sono di nuovo in azione cinque Canadair e due elicotteri della Regione Liguria, oltre a cento volontari dell’antincendio boschivo e altri mezzi in arrivo da Roma. Un tratto della A10 è stato chiuso a causa del fumo denso che si è propagato, mentre nella zona in cui stanno intervenendo i Canadair è stata staccata l’energia elettrica per garantire un volo in sicurezza. Il sindaco di Vado Ligure Attilio Caviglia ha fatto sapere che «la situazione è ancora di vera emergenza, e la speranza è che i mezzi aerei così come il lavoro incessante delle squadre di soccorso a terra possano contenere l’avanzare del fuoco che minaccia ancora molte abitazioni», mentre il dirigente dei Vigili del Fuoco di Savona, Edoardo Mulattiero, che sta coordinando gli interventi ha espresso parole di speranza: «Se il vento non aumenterà nelle prossime ore spero di riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel». La linea del fuoco sta intanto superando la cresta collinare e prosegue il suo cammino, con le fiamme che continuano a minacciare nuove abitazioni. La zona più critica resta comunque quella di Sant’Ermete, dove anche durante tutta la notte scorsa hanno lavorato i Vigili del Fuoco provenienti da Savona, Genova, La Spezia, Torino e Alessandria. Gli abitanti che sono stati dovuti essere evacuati hanno raggiunto le strutture messe a disposizione dai comuni di Vado e Quiliano, per poi essere fatti rientrare a casa. Purtroppo in questi casi non è mai facile dominare le fiamme, anche a causa del fenomeno dello spotting, che consiste in arbusti e piante infuocate o incandescenti che, trasportate dal vento, finiscono in zone non colpite dalle fiamme, alimentando così nuovi focolai.
Situazione quindi nuovamente difficile per tutta la Regione e per tutto l’ecosistema della zona, già messo a dura prova da alluvioni e frane.