La Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza in cui conferma la sentenza di condanna a 16 anni per Rudy Guede
L’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nella notte tra il primo e il due di novembre del 2007, e ritrovata morta nell’appartamento di Via della Pergola a Perugia, la mattina, fu provocato da «una escalation di violenza» finalizzata «ad annullarne le resistenze». La giovane fu «scannata con un colpo di coltello alla gola, mortale».
Lo si legge nelle motivazioni della sentenza 7195 della Corte di Cassazione, depositata oggi, dove si spiega le ragioni della condanna definitiva inflitta il 16 dicembre Rudy Guede. Secondo i giudici la ragazza oggetto di una «forza brutale e prevaricatrice di una plurima collettiva condotta che rivela nei suoi tristi protagonisti la volontà orgiastica di dare sfogo agli impulsi criminali più perversi».
Il contributo di Rudy Guede al delitto, poi, «si situa – si legge ancora – in un contesto di violenza crescente e di qualche durata che non può certo ritenersi eccezionale, improvvisa, meramente occasionale tale da non far prevedere, come conseguenza di una violenza così decisamente polarizzata all’atto sessuale in seguito ad una pluralità di ecchimosi e ferite provocate dall’uso del coltello, il possibile sbocco mortale delle azioni».
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Sapeva, in sostanza, quello che stava facendo e che le sua azioni avrebbero portato alla morta di Meredith. Le ricostruzioni del ragazzo,poi, sono state ritenute del tutto «inverosimili», mentre dato «l’accanimento violento contro la povera vittima» non si è ritenuta giustificata la mitigazione della pena.
Nel frattempo, di fronte alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia, si sta svolgendo il processo per i coimputati in omicidio, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, giudicati con rito ordinario. Per quanto li riguarda, la Cassazione ha sottolineto che «la decisione a cui è chiamata questa corte concerne, e solo, la responsabilità del Guede in ordine al fatto contestato».