Elisabetta Ballarin fu condannata a 23 anni di carcere per l’omicidio di Mariangela Pezzotta. Adesso, dopo sette ani di pena, ottiene la libertà quattro giorni alla settimana per poter frequentare l’università. Elisabetta Ballarin era coinvolta nella setta delle Bestie di satana, un gruppo di giovani che si rese autore di efferati omicidi.
In realtà a uccidere Mariangela non fu lei, ma Andrea Volpe, il capo banda, che sparò al volto della ragazza. La Ballarin però l’aiutò a nascondere il corpo, scavando una fossa nel giardino. La finirono a colpi di badile sul capo. Era solo una di altri tre omicidi effettuati dalla setta che operava in provincia di Varese. Quando fu condannata, il padre di Mariangela la incontrò nel corridoio del tribunale. Lui, Silvio Pezzotta, l’aveva già perdonata. Le disse che quando avrebbe scontato la pena, la porta di casa sua sarebbe stata sempre aperta per lei. Oggi, alla notizia della parziale scarcerazione della ragazza, ripete che non ha cambiato per nulla idea. Non solo. Il signor Pezzotta si ritiene convinto che Elisabetta fosse stata plagiata dagli altri: era una ragazzina fuori dal mondo – dice adesso il papà di Mariangela – e quella sera tragica agì come un automa, stordita dalla droga.
-La vicenda delle Bestie di Satana fece scalpore anche all’estero. La BBC in un servizio definì i loro crimini tra i più scioccanti della storia dell’Italia del dopoguerra. In tutto tre omicidi e un suicidio indotto, ma si pensa che la setta sia responsabile addirittura di diciotto omicidi.