Vicino al cadavere di Carmela Rea, detta Melania, è stato trovato uno scontrino risalante al 19 aprile, il giorno successivo alla scomparsa. Due le ipotesi degli investigatori.
Accanto al corpo di Carmela Rea, detta Melania, è stato ritrovato un elemento che potrebbe risultare determinante nelle indagini. Vicino al corpo della donna di 29 anni ritrovata il 20 aprile in un boschetto di Colle San Marco, straziata dalle coltellate, con un siringa infilata nella gola e una svastica incisa sulla coscia (due fattori che gli investigatori hanno bollato come grossolani tentativi di depistaggio) è stato rinvenuto uno scontrino. Risale al 19 aprile, il giorno successivo alla scomparsa e annoterebbe l’acquisto di un panino e di una bibita. Il pezzo di carta sarà analizzato dai Ris di Roma e potrebbe confermare una delle due ipotesi in ballo: potrebbe averlo perso l’assassino mentre lottava con Melania, e allora la donna sarebbe stata uccisa il 19, e non il 18 aprile; oppure potrebbe essere di un passante che, pur avendo visto il corpo senza vita della donna, ha deciso di non avvertire la polizia.
Nel frattempo, gli inquirenti, ad oggi, si ritrovano senza un movente e senza indagati. Il marito della donna e due vicini di casa, una guardia carceraria e un operaio, tuttavia, sono tra i sospettati. Non convincono, nei loro racconti, alcune incongruenze. Perché, si chiedono ad esempio gli investigatori, Salvatore Parolisi, 30 anni, caporal maggiore istruttore delle reclute donne di Ascoli, aspettò ben un’ora prima di chiamare la donna scomparsa che, secondo la sua versione, si era recata in bagno? Parolisi, dal canto suo, rifiuta ogni addebito, e dichiara: «Sono pulito e sono pronto a dare il mio sangue per il dna».