Dopo circa tre mesi dalla morte, il caso di Melania Rea sembra poter essere arrivato a una svolta. Nella giornata di ieri è stata diffusa la notizia della richiesta di arresto di Salvatore Parolisi, marito della donna, da parte della Procura di Ascoli Piceno, con l’accusa di omicidio.
L’uomo si è sempre dichiarato innocente e i suoi legali hanno fatto sapere che ci sono elementi probatori per ritenere che a uccidere Melania Rea sia stata una donna. Sotto l’unghia del suo anulare sinistro è stato infatti trovato DNA femminile, mentre il dna del marito le è stato trovato nella bocca e potrebbe essere benissimo la conseguenza di un bacio.
I legali del militare chiedono anche un’ispezione del ministero della Giustizia per accertare chi siano i responsabili della fuga di notizie che c’è stato nella Procura marchigiana. Parolisi, dal canto suo, si è detto stupito della “giustizia colabrodo” e per il momento si trova ancora nella caserma di Ascoli Piceno, dove ha ripreso servizio.
Secondo alcune indiscrezioni relative al referto autoptico, Melania Rea sarebbe stata uccisa con un coltello e con un oggetto contundente in due momenti diversi. Forse persino a un giorno di distanza.
L’omicidio sarebbe avvenuto a Ripe di Civitella e l’assassino avrebbe aggredito la donna alle spalle cercando di colpirla alla gola. Dopo un tentativo di fuga, Melania è caduta a terra ed è stata colpita con coltellate alla testa, al collo e all’addome ed è quindi deceduta.