Agenzia Standard & Poor’s, sede di Milano: a sorpresa, si registra una irruzione dei militari della Guardia di finanza. E’ successo stamane, il controllo delle fiamme gialle è ancora in corso. Si tratta di accertamenti eseguiti su disposizione della procura della Repubblica di Trani che da qualche tempo ha aperto una inchiesta contro la sede italiana dell’agenzia di rating particolarmente famosa in tempi recenti per aver eseguito tagli sulle valutazioni economiche di molti Paesi, soprattutto il nostro. Si tratta di accuse di manipolazione dei mercati tramite la pubblicazione di “giudizi falsi, infondati o comunque imprudenti” sul sistema economico, finanziario e bancario dell’Italia. Sarebbero indagati sei persone in tutto, tre analisti con funzioni cosiddette apicali, un analista dell’agenzia Moody’s e i responsabili legali di entrambe le agenzie. Come si vede, oltre a Standard & Poor’s, è implicata un’altra importante agenzia di rating, Moody. Infatti a carico di quest’ultima verte una denuncia di associazioni dei consumatori, a proposito del report del 6 maggio 2010 quando a mercati aperti veniva detto che il sistema bancario italiano a seguito della crisi greca, era tra i sistemi maggiormente a rischio. La conseguenza fu il crollo totale dei mercati italiani. Una comunicazione che i magistrati definiscono infondata e imprudente. Sempre altre due associazioni di consumatori hanno invece sporto denuncia contro Standard & Poor’s, a carico di alcuni report diffusi dall’agenzia come quello dello scorso luglio quando vennero espressi giudizi negativi sulla manovra finanziaria, anche questa volta a mercato aperto. Le accuse vertono anche sul campo dell’abuso di informazioni privilegiate e aver diffuso negli scorsi mesi di maggio, giugno e luglio del 2011 notizie non corrette a mercati aperti, notizie definite esagerate e tendenziose al fine di modificare l’andamento die mercati stessi. L’inchiesta come dicevamo è aperta da tempo: nel corso della stessa inchiesta infatti sono stati sentiti anche l’ex capo del governo Romano Prodi, il governatore di Bankitalia Mario Draghi e l’ex ministro dell’economia Tremonti.
Le accuse rivolte alle due agenzie di rating sono evidentemente molto gravi e se confermate potrebbero spiegare molte cose dell’andamento assolutamente incontrollato del mercato finanziario di questi ultimi tempi.