Calisto Tanzi si è presentato oggi in aula a Bologna dove era prevista una udienza della corte di appello sul caso del crac Parmalat. L’ex proprietario dell’azienda è stato condotto in aula con le manette ai polsi ed è apparso subito molto provato, dimagrito e pallido in viso. L’industriale che ha subito una condanna a diversi anni di detenzione (dapprima dieci, poi ridotti a otto, e in seguito una ulteriore condanna ad altri nove anni di reclusione questa volta per il crac dell’azienda Parmatour, sempre di sua proprietà) ha resistito in aula all’udienza per quasi tre ore, poi si è sentito male. Un lieve malore: il presidente della corte ha concesso una sospensione di dieci minuti vedendo che l’uomo aveva reclinato il capo. Alla ripresa dell’udienza però Tanzi si dimostrava ancor in cattive condizioni fisiche ed è stato riportato in carcere dove è stato sottoposto ad accertamenti medici. Secondo il suo avvocato Giuseppe Biancolella, il malore che ha subito l’ex patron della Parmalat dimostrerebbe la necessità e l’urgenza che gli vengano concessi gli arresti domiciliari. Motivi sociali e umanitari, infatti, ha spiegato, dovrebbero indurre a fargli scontare la pena presso la sua abitazione in quanto la legge prevede che in casi dove non ci siano motivi ostativi si possa concedere tali misure. E il caso di Calisto Tanzi, ha concluso, è di questa natura. L’avvocato si è mostrato piuttosto preoccupato per lo stato di salute del suo cliente chiarendo che per motivi di privacy non poteva rivelare la natura di tali problemi, né a che tipo di cure Tanzi sia sottoposto. “Malgrado ciò oa voluto intervenire” ha dcetto “perché uno dei motivi per cui non è stata concessa la detenzione domiciliare dal tribunale di sorveglianza è che si è scritto che non si era presentato in udienza nonostante i difensori avessero detto che le sue condizioni di salute non lo consentivano, tanto che due giorni dopo è stato ricoverato per un intervento molto serio e grave” ha detto ancora.
Abbiamo timore per la sua vita, ha quindi detto. Già alla prima sentenza, nel 2008, si era pensato che a Calisto Tanzi vista l’età sarebbero stati concessi gli arresti domiciliari, ma i giudici non hanno ritenuto doverlo fare e la questione è ancora in discussione.