Il processo per l’uccisione di Melania Rea, unico imputato e accusato il marito Salvatore Parolisi. E’ attesa per oggi la sentenza, visto che Parolisi aveva chiesto il rito abbreviato. C’è molta attesa per quanto verrà deciso, in un caso tra i più seguiti della cronaca nera recente, ma che ha tutt’ora tanti punti oscuri. Come si sa nell’aprile del 2011 Melania Rea venne trovata assassinata in un bosco: era scomparsa da poco all’attenzione della sua famiglia, il marito e la figlioletta, con cui si trovava a fare una gita nel parco. I sospetti dopo poco tempo caddero tutti sul marito, che confessò di avere una relazione extraconiugale con una delle soldatesse di cui lui, caporale maggiore dell’esercito, era addestratore. Molte le imprecisioni e anche le bugie nella sua dichiarazione di come andarono le cose quel giorno, ma allo stesso tempo nessuna prova decisiva contro di lui. Non è mai stata infatti trovata l’arma del delitto così come non c’è alcuna traccia del suo dna sulla scena del delitto. I sospetti si basano tutti sul fatto che il Parolisi aveva promesso all’amante di divorziare ma non lo aveva mai fatto, per cui si è arrivati alla conclusione che abbia voluto sbarazzarsi della moglie uccidendola. Stamattina i difensori del soldato spiegheranno appunto la mancanza di prove contro il loro assistito. Cinque i punti con cui faranno questo: insussistenza del reato di vilipendio del cadavere (il corpo dei Melania Rea fu infatti trovato con una siringa infilata in un braccio, un probabile tentativo di depistaggio), prove scientifiche favorevoli, ora della morte non certa, testimoni a scoppio ritardato dopo aver letto sui giornali i fatti. Gli avvocati difensori riconosceranno anche le bugie dette dal Parolisi, bugie che riguardano però, dicono, il tradimento della moglie e non certo il supposto omicidio. Per l’avvocato Biscotti, in sostanza, siamo davanti a un processo viziato da insufficienza di prove: “se questo delitto fosse accaduto tra il 1930 e il 1989 Salvatore sarebbe stato prosciolto proprio con l’istituto dell’insufficienza di prove. Ma con la riforma il processo è cambiato, e siamo qui a voler dimostrare, con assoluta serenità, l’innocenza di Salvatore Parolisi”.
Parole di sconforto invece da parte del padre di Melania: comunque andrà non sarà una vittoria per nessuno. Finirà l’incubo del processo, ha detto, ma l’incubo della vita senza Melania continuerà per sempre.