Colpo di scena nelle indagini sulle stragi di Mafia dei primi anni 90, in particolare quella che causò la morte del magistrato Giovanni Falcone e della sua scorta, ma anche gli attentati di Roma, Milano e Firenze. E’ stato infatti arrestato l’uomo che avrebbe procurato l’esplosivo per tali stragi e attentati. Si chiama Cosimo D’Amato, ha 57 anni residente a Santa Flavia poco distante da Palermo. Di mestiere fa il pescatore, incensurato, mai perseguito dalla giustizia, secondo gli inquirenti invece è accusato di aver procurato l’esplosivo necessario alla mafia per compiere i suoi attentati. E’ cugino di un boss mafioso, il palermitano Cosimo Lo Nigro già condannato per le stragi in questione. E’ stato arrestato in base a una ordinanza del gip di Firenze che indaga sulle stragi del 1993. A incastrarlo sarebbero state le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza. Secondo le sue dichiarazioni l’esplosivo era contenuto in un peschereccio su cui era il D’Amato che lo aveva procurato. L’esplosivo, sempre secondo il pentito, venne recuperato da alcuni siluri risalenti alla seconda guerra mondiale, inesplosi e che si trovavano in alto mare. Ecco quanto emerso dalle dichiarazioni di Spatuzza: “Circa un mese e mezzo prima della strage di Capaci vengo contattato da Fifetto Cannella, mi dice di procurare una macchina più grande che dobbiamo prelevare delle cose. A piazza Sant’Erasmo, ad aspettarci, c’erano Cosimo Lo Nigro e Giuseppe Barranca. Noi aspettavamo anche Renzino Tinnirello. Quindi siamo andati a Porticello, ci siamo avvicinati alla banchina e c’erano tre pescherecci ormeggiati: siamo saliti sopra uno di questi e nei fianchi erano legate delle funi, quindi abbiamo tirato la prima fune e c’erano praticamente semisommersi dei fusti, all’incirca mezzo metro per un metro. Quindi, abbiamo tirato sulla barca il primo fusto, poi il secondo e li abbiamo trasferiti in macchina”. Resta un forte dubbio: per individuare die siluri risalenti alla guerra, e toglierne l’esplosivo, ci vogliono esperti di questo tipo di operazioni, non certo un semplice pescatore. Ecco che torna il dubbio di esperti dei servizi segreti, come già sospettato in passato, che avrebbero collaborato con i mafiosi.
Al momento D’Amato è accusato di aver fornito l’esplosivo per gli attentati di via Fauro a Roma (14 maggio 1993), via dei Georgofili a Firenze (27 maggio 1993), San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma (28 luglio 1993), via Palestro a Milano (27 luglio 1993).