Da ieri non si hanno più notizie di Andrea Calevo, imprenditore di trent’anni sequestrato, ieri sera, da quattro banditi. L’uomo era appena rientrato nella villa di famiglia, in località Bellavista, a Lerici, dove vive assieme alla madre. I criminali, probabilmente provenienti dall’est Europa (secondo la madre aveva un fortissimo accento dell’oriente europeo), dopo essere penetrati all’interno della recinzione che circonda l’edificio, lo stavano attendendo nascosti nel buio, assiepati in giardino; al suo arrivo, lo hanno minacciato con delle pistole, e con i volti coperti da un passamontagna. Si sono fatti, quindi, accompagnare in casa, dove lo hanno immobilizzato, mentre hanno legato i polsi della madre ad una sedia, e si sono fatti rivelare da lei la combinazione della cassaforte; dopo di che, hanno trafugato quel poco che c’era all’interno: poche migliaia di euro, tremila sembra, e alcuni preziosi. La donna legata è stata costretta ad assistere al rapimento del figlio. Mentre lo stavano portando via, le avrebbero detto di non preoccuparsi, perché l’avrebbero liberato in poco tempo. In particolare, le avrebbero spiegato che lo portavano con loro esclusivamente come misura precauzionale; per evitare, ovviamente, di essere presi dalle forze dell’ordine in tempi rapidissimi. Infine, lo hanno caricato su un’Audi. La donna, infine, si è riuscita a liberare e a dare l’allarme. L’automobile è stata ritrovata. Era abbandonata nel fiume Magra,nella zona di Santo Stefano. Secondo altre fonti, tuttavia, il mezzo sarebbe stato ritrovato nel lago di Curadi, sempre nel medesimo comune. In ogni caso, i sommozzatori dei vigili del fuoco, al suo interno, pare che non abbiano trovato nulla di significativo ai fini della ricerca che vede impegnati i carabinieri, la polizia, e i ros di Sarzana. Complessivamente, sono coinvolti nel tentativo di stanare i rapitori più di 90 uomini, tra agenti e militari. Gli inquirenti stanno battendo tutte le piste possibili. Ovunque sono dislocati blocchi stradali; per il momento, da parte dei delinquenti, non c’è stata ancora alcuna richiesta di riscatto.
La famiglia del rapito opera da più di 100 anni nel settore edile. L’azienda, che si trova nel comune di Arcola, si era di recente allargata, espandendosi anche al comparto dei prefabbricati. Nel frattempo, la comunità spezzina è sotto choc.