Da Monaco di Baviera, dove si trovava per la Conferenza sulla sicurezza, il premier Mario Monti è intervenuto sull’emergenza climatica che sta colpendo tutta l’Italia. Il presidente del Consiglio ha detto che per ridurre e prevenire le conseguenze del maltempo un Paese grande come il nostro può e deve fare molto di più. Ad un giornalista che gli chiedeva se è possibile che accadano in un Paese civile cose del genere, si è limitato a rispondere che se è successo, allora vuol dire che è possibile. Ha, inoltre, aggiunto che non esiste Nazione al mondo che per quando sviluppata e organizzata sia completamente al riparo da eventi di questa natura. «Ci sono strutture italiane a cominciare dalla Protezione civile, fortemente impegnate in tutto questo: credo che sia uno dei doveri di uno Stati e di un governo impegnarsi sempre di più». Nel corso della conferenza, oggetto principale del dibattito è stata la crisi. Il premier ha fatto sapere che l’Italia è impegnata sul fronte delle misure di austerità richieste dal particolare momento contestualmente al tentativo di garantire coesione ed equità sociale. Vanno in tal senso, ha specificato, le riforme varate in questa fase, quali quella sulla liberalizzazioni, con un occhio di riguardo, il particolare, alla crescita e all’aumento dell’occupazione. Monti ha fatto sapere che il governo, di concerto con le forze politiche ha compiuto uno sforzo per spostare la tassazione fiscale dalle imprese alla ricchezza, cercando, tuttavia, di tenere in debita considerazione le fasce più deboli della popolazione. In quest’ottica, nel nostro Paese si determinato un singolare fenomeno, inedito e d’esempio anche per le altre nazioni europee. Ovvero il “disarmo” dei partiti. Poi, si è rivolto alla Germania ammonendola sul fatto che anch’essa deve fare di più, specie al fine di una maggiore integrazione europea. Dura la stoccata alla Merkel, intenzionata a dare l’appoggio al salvataggio della Grecia a patto che questa accetti il controllo del proprio bilancio pubblico da parte di Berlino. Un vero e proprio commissariamento, che Monti ha definito «folle».
Circola l’ipotesi di una task force di esperti funzionari europei che dovrebbero verificare l’adeguatezza dell’Italia a ricevere 8 miliardi di fondi strutturali per favorire crescita e occupazione. Alcuni, anche su queste pagine, sostengono che si tratti di una sorta di accordo tra Monti e l’Europa per far digerire all’Italia alcune misure che il governo si accinge a varare. Va letta, probabilmente in questo senso la frase del premier: «Non dirò mai agli italiani bisogna fare questo perche lo chiede Bruxelles».