Infermità mentale per Patrizio Franceschelli? Il giovane, salito tragicamente all’onore delle cronache per uno dei gesti più sconsiderati e orribili che si possano immaginare, aver gettato nel fiume Tevere il figlio di soli diciotto mesi, potrebbe vedersi applicata la formula che lo terrebbe fuori dal carcere. Al momento però il giudice ha convalidato il fermo del Franceschelli con provvedimento di custodia cautelare per omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela. Il Franceschelli deve anche essere sorvegliato a vista nel timore che possa tentare di uccidersi. Dunque l’ipotesi di infermità mentale applicata al caso dell’infanticidio non troverebbe riscontro, probabilmente è una voce girata da ambienti legali, quelli della difesa, che potrebbero comunque farne richiesta. Tutto quello che si sa a questo punto è che il corpo del piccolo, gettato nel Tevere lo scorso sabato dunque ormai quasi una settimana fa ancora non è stato ritrovato. mentre lui il padre, avrebbe detto di essere pentito per quanto fatto e di non riuscire a darsi pace: lo amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo, ha anche detto. Franceschelli, 26 anni disoccupato, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari per quasi tre quarti d’ora. Ha ammesso la sua colpa dicendo però di non sapersi spiegare come mai sia giunto a tale gesto estremo. Ha commentato il suo avvocato: “È un qualcosa che va al di là di un discorso di degrado sociale. È consapevole che non potrà vedere mai più suo figlio che sostiene di amare più di qualsiasi cosa al mondo”. Ed è qui che fuoriescono le voci che la difesa voglia sottoporlo a perizia per verificare il suo stato di salute mentale. Al proposito già nelle ore successive all’omicidio, la nonna del bimbo aveva descritto Patrizio Franceschelli come una persona violenta, ma non un pazzo: “No, Patrizio non è un pazzo, come lui stesso si definisce” aveva detto. Sostenendo anche che riempiva di botte la compagna, madre del bambino, sua figlia. La donna dice che Franceschelli negli ultimi giorni aveva minacciato la figlia, e in caso di una sua scarcerazione teme che il giovane possa commettere un altro folle gesto.
Quel giorno in cui avvenne la tragedia, Franceschelli venne a casa loro, prese il bambino e lo gettò nella neve. Poi si diresse verso il Lungotevere e lo buttò di sotto. La scena venne vista anche da una guardia in borghese mentre la nonna tentava disperatamente di bloccarlo.