Mario Albanese, camionista di 34 anni, ha atteso che la ex moglie, Francesca Alleruzzo, maestra in una scuola elementare, tornasse alla sua abitazione in via Raffaello, nel quartiere di San Polo, a Brescia. Vedendola in compagnia del suo nuovo compagno, Vito Macandino, di 58 anni, il camionista ha sparato più colpi, uccidendoli entrambi. E’ poi entrato in casa, dove vivono anche le altre tre figlie della coppia già separata, di 5, 7 e 10 anni. L’uomo, originario di Modugno, in provincia di Bari, ha però incontrato la figlia diciannovenne della donna, Chiara Matalone, avuta da una precedente relazione, e il suo fidanzato, Domenico Tortorici, della stessa età. Albanese ha aperto nuovamente il fuoco, mentre i due ragazzi dormivano, lasciandosi sul suo folle cammino altre due vittime. I due giovani erano solo di passaggio a Brescia, pronti a tornare in Calabria, dove vivevano. L’uomo, con precedenti penali per contrabbando e reati contro il patrimonio, si è trovato poi di fronte un carabiniere fuori servizio, svegliato dai colpi di pistola esplosi. Ha rivolto quindi l’arma contro sé stesso, cercando di togliersi la vita sparandosi alla tempia, ma sembra che la pistola si sia inceppata. E’ nata così una violenta colluttazione tra i due, con il carabiniere che alla fine è riuscito ad avere la meglio disarmando l’uomo e permettendo alla Squadra mobile della Questura di Brescia di intervenire e arrestare l’uomo. L’assassino si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm Antonio Chiappani, il quale ha già disposto che vengano effettuati dei test tossicologici. Sembra che alla base di questo folle gesto ci sia la gelosia: a quanto hanno spiegato diversi vicini di casa, la coppia si era separata circa due anni fa, ma l’uomo non aveva mai accettato la fine della loro relazione. Ha così compiuto una vera e propria strage con una pistola beretta 92 con matricola abrasa. Prima di essere portato negli uffici della Questura, l’uomo è stato sottoposto ad esami tossicologici che diranno se avesse assunto sostanze stupefacenti prima della strage. Ora Albanese si trova davanti al capo della squadra Mobile Riccardo Tumminia per un primo interrogatorio, mentre il procuratore capo di Brescia, Fabio Salamone, si è recato sul posto della strage per un sopralluogo.
Il militare che è intervenuto è stato accompagnato in ospedale per essere medicato, mentre le tre figlie della coppia, fortunatamente illese, sono state già portate in questura in attesa di essere affidate alle cure dei parenti.