E’ ancora tanta la paura e i Comuni del ferrarese e del modenese faticano a pensare che il filo interrotto delle normalità di tutti i giorni possa riprendersi. Tra le strade ci sono ancora molte macerie, e moltissimi cittadini non hanno più un tetto sotto il quale dormire o sanno che potrebbe crollare loro in testa da un momento all’altro se si avventurassero nelle loro abitazioni danneggiate dal sisma. Il terremoto del 20 maggio, che ha provocato 7 vittime e danni per centinaia di milioni di euro, ha lasciato senza un riparo circa 5mila persone. 4.914, per l’esattezza, secondo i dati a disposizione della Protezione civile. 1.288 sono state ospitate nel ferrarese, 266 nel bolognese, 3.360 nel modenese. Per allestire i posti letto, sono state messe a disposizione palazzetti dello sport, scuole, alberghi e campi tenda. E poi c’è la signora Velia. E sua figlia, Tiziana. E siccome la mamma era troppo anziana per lasciare la sua abitazione, Tiziana ha deciso che non avrebbe chiamato la protezione civile per farla evacuare, ma che – semplicemente – sarebbe rimasta con lei. Tra le scosse del terremoto, mentre la gente, anche alle case più moderne, non voleva saperne nemmeno di avvicinarsi. Lei si schermisce, e dice: «non ho fatto niente di eccezionale. Lo avrebbe fatto chiunque». Eppure qualcosa da raccontare, in questa storia apparentemente normale, c’è.
Anzitutto, dove vive si è sentito il terremoto?
A Magreta di Formigine (MO), dove abito con mio marito e le mie figlie, il terremoto lo abbiamo avvertito distintamente. Non è stato così forte, tuttavia, come a Rivara di San Felice (MO), dove vivono mia madre e mio fratello.
Era preoccupata per loro?
Sì. Subito dopo la scossa li ho sentiti, al mattino presto, e mi sono messa in viaggio con mio marito per raggiungere mia madre, che ha 86 anni. Speravo di poterla portare via.
E invece?
Non si è voluta muovere. Né avrebbe potuto farlo. Non appena sale in macchina viene colta da pesantissimi disturbi. Non è in grado di sopportare più di poche centinaia di metri a bordo di un’automobile. Per una donna della sua età, soffrire un simile mal d’auto rischia di comprometterne la salute.
Per cui…
Ho deciso di rimanere per lei.
La casa aveva subito dei danni?
No. Ma mentre stavo con lei ho avvertito decine e decine di scosse. Ogni dieci minuti-un quarto d’ora, ce n’era una nuova. Scosse deboli, scosse forti, che si avvertivano come un ronzio o facevano tremare la casa. E’ andato avanti così per tutta la notte. Mia madre vive in una villetta di due piani e siamo rimasti tutto il tempo a piano terra, in modo da poter infilare velocemente la porta nel caso la situazione volgesse al peggio.
Quando è arrivata, che situazione ha trovato?
La scossa aveva fatto scostare i mobili dai muri di mezzo metro e saltare la luce elettrica.
E sua madre?
Al momento del terremoto era sveglia. Un mobiletto fatto a colonna era caduto poco di fronte a lei, ostruendole il passaggio e impedendole di uscire. Si era molto agitata e aveva iniziato a gridare e cercare aiuto dalla finestra. Era traumatizzata.
Lei non aveva paura?
Beh, sì. Moltissima.
Eppure è rimasta
Confesso di aver recitato qualche Rosario… Ho pregato perché il Signore mi proteggesse. Il che, assieme alla consapevolezza che la vita non è in mano nostra e che, se ci fosse dovuto accadere qualcosa, sarebbe, in ogni caso, accaduto e basta, mi ha fatto sentire protetta dall’alto.
La sua famiglia come l’ha presa?
Mio marito avrebbe preferito che tornassi a casa, ovviamente.
Perché lo ha fatto?
Credo che lo avrebbe fatto chiunque per la propria madre. Del resto, considerando i suoi gravi disturbi, non avrei potuto forzarla. Era sola, impaurita, spesso piangeva. Semplicemente, non potevo lasciarla da sola.
(PN)