Giulio Andreotti, 93 anni, senatore a vita della Repubblica italiana, è stato ricoverato improvvisamente oggi verso la una e trenta. Andreotti ha avuto una crisi cardiaca dovuta a quanto si è venuto a sapere allo stato di bronchite di cui soffre da qualche giorno. E’ stato immediatamente ricoverato in codice rosso con una autoambulanza giunta alla sua abitazione nel centro di Roma chiamata dai suoi familiari. Il noto politico ha tenuto col fiato sospeso tutta l’Italia fino alla diramazione del primo bollettino medico ufficiale rilasciato dai medici che lo hanno preso in cura. Ovviamente l’età è la prima preoccupazione per Giulio Andreotti che ha superato i 90 anni di vita, una età certamente a rischio per chiunque e che può essere soggetta anche a lievi stati di malattia che però proprio per l’età determinano conseguenze più serie. Il personale curante del Policlinico ha descritto il primo intervento fatto sul senatore dando anche una prima descrizione di quanto accaduto. Le sue condizioni innanzitutto: sono severe, si legge nel bollettino, ma stabili. Condizioni severe dettate dalla crisi cardiaca sopraggiunta a una infezione respiratoria. Nel bollettino medico rilasciato dal Policlinico Gemelli si legge poi che il senatore attualmente è ricoverato in terapia intensiva presso il Dea dello stesso policlinico. La prognosi è riservata. Condizioni critiche ma che non lo pongono in pericolo di vita. Il personale medico curante fa anche sapere che Giulio Andreotti sta reagendo in modo positivo al primo intervento dei medici; gli stessi medici si dicono ottimisti sui possibili sviluppi del suo stato di salute. La crisi respiratoria che ha subito, spiegano sarebbe dovuta a ipertensione provocata dalle sue condizioni di età e alla bronchite che lo ha colpito. Giulio Andreotti, nato nel gennaio 1919, è uno dei volti più noti della politica, ma anche della storia del nostro Paese. Ha attraversato da protagonista infatti tutte le vicende dell’Italia del dopoguerra, da quando nel 1948 sedette per la prima volta in Parlamento. Da allora vi è sempre rimasto, sino al 1991 quando è stato nominato senatore a vita.
Con lo scandalo tangentopoli che ha portato allo scioglimento del suo partito, la Democrazia cristiana, ha interrotto anche la sua attività politica in primo piano pur rimanendo sempre presente in Parlamento. E’ stato sette volte capo del governo, e molte volte ministro.