Che cosa è la fatwa – Sono diversi i luoghi comuni sulla fatwa, ad esempio che essa corrisponde solo e automaticamente a una condanna a morte e che essa, una volta pronunciata, debba essere eseguita. Nella tradizione islamica infatti la fatwa era un consiglio che si chiedeva a un esperto di diritto, di leggi, da parte di un giudice. Si chiedevano cioè chiarimenti ed approfondimenti su aspetti della Sharia, la legge coranica, che oggi tra l’altro non è sempre in uso neanche nei Paesi a maggioranza islamica. Una consulenza insomma, che poi non aveva alcun aspetto di esecuzione automatica: l’esperto offriva solo il suo parere personale e spesso e volentieri accadeva anche che sullo stesso argomento venissero espresse fatwa tra di loro discordanti. La condanna a morte poi è solo un rarissimo caso di fatwa: si chiedono fatwa infatti su argomenti di vita quotidiana di ogni tipo, dal matrimonio agli affari economici e cose del genere. In Egitto, ad esempio, esistono dei call center dove si ricevono fatwa quotidiane su qualunque argomento. Oggi, che viviamo in una epoca dominata dal terrorismo fondamentalista di Al Qaeda, si è finiti ovviamente per associare ogni fatwa alla pena di morte e basta. Ci sono poi programmi televisivi, ad esempio il Grande fratello che veniva trasmesso da una televisione libanese con qualcosa come circa 300 milioni di telespettatori, che hanno ricevuto la fatwa perché programma definito culturalmente inappropriato. Anche il gioco del calcio ha ricevuto una fatwa da uno sceicco perché è un gioco praticato da ebrei e cristiani: si può praticare, ma con regole diverse. Uno sceicco ha invece emesso una fatwa sul sesso, dicendo che non lo si può fare da nudi; un altro sceicco ha risposto dicendo che si può fare da nudi basti che i due non si guardino fra loro. L’ayatollah Khameini, guida suprema della Repubblica islamica ha poi deciso con una fatwa che le donne non devono usare la bicicletta. Ci sono poi i personaggi famosi soprattutto del mondo occidentale che hanno subito fatwa pesanti, con la pena di morte. Il caso più noto è quello dello scrittore di origine iraniana Salman Rushdie che molti anni fa subì la fatwa con condanna a morte per il suo libro Versetti satanici. Su di lui anche una taglia di tre milioni di dollari e la promessa che questa fatwa è eterna. Sorte simile a Rushdie l’ha avuta lo scrittore, storico e giornalista iraniano Hashem Aghajari per aver criticato in un discorso pubblico il clero sciita iraniano e il fondamentalismo.
Ma una condanna a morte se l’è presa anche il simpatico presentatore televisivo David Letterman, colpevole di aver scherzato sull’uccisione di Osama bin Laden: da un sito fondamentalista è stato chiesto di tagliare la testa al maledetto ebreo. E’ interessante invece sapere che nel 2005 i musulmani spagnoli, dopo i terribili attentati di Al Qaeda contro i treni, dichiararono la fatwa contro lo stesso Osama bin Laden mentre alcuni islamici del Nord America l’hanno proclamata contro tutti coloro che fanno o sostengono atti di terrorismo. Vittima di una fatwa è stata poi la giornalista e scrittrice egiziana Basant Rishad che pubblicò nel 2008 il libro Amore e sesso nella vita di Maometto. Recentemente un ayatollah iraniano ha emanato una fatwa con richiesta di impiccagione per un cantante iraniano che da anni vive in Gerania. Si chiama Shahin Najafi. Infine un altro iraniano, Youcef Nadarkhani, oggi pastore cristiano che vive all’estero ha subito la fatwa con condanna a morte per apostasia per aver lasciato l’Islam ed essersi convertito al cristianesimo.