Temprato nell’acciaio, verrebbe da dire. Nativo di Pittsburgh, per l’appunto detta la “città dell’acciaio”, il 12 novembre 1940 ne è più tardi, per 18 anni, la guida cattolica. Poliglotta – parla correntemente americano, italiano, francese e spagnolo -, vanta tre lauree: una negli Stati Uniti, alla Catholic University of America, e due a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana e alla Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino, nella quale ha ottenuto il dottorato in teologia nel 1974.



Ordinato sacerdote il 17 dicembre 1966 inizia il suo ministero sacerdotale come viceparroco per un anno e per un altro anno come segretario del futuro cardinale John Joseph Wright, che segue a Roma quando questi fu nominato Prefetto della Congregazione del Clero. Rimane in Vaticano per undici anni, fino al 1980, quando rientra negli Usa per prendere in mano, dapprima come vie e poi come rettore, il Saint Paul Seminary. Il 30 novembre 1985 viene eletto vescovo ausiliare di Seattle e riceve la consacrazione episcopale il 6 gennaio successivo per imposizione della mani dell’allora cardinale Segretario di Stato Agostino Casaroli. Due anni dopo, arriva la nomina a vescovo di Pittsburgh e il 16 maggio 2006 la promozione ad arcivescovo di Washington. Benedetto XVI lo ha elevato al rango di cardinale con il titolo presbiterale di San Pietro in Vincoli nel concistoro del 20 novembre 2010. In una lettera pastorale del 2008, l’arcivescovo Wuerl ha sottolineato che “quella che chiamiamo la nuova evangelizzazione riguarda piuttosto il ripetere la storia sacra, per risvegliare il significato di incontrare Gesù. Possiamo aiutare le persone che conosciamo, i vicini, i colleghi e persino, in alcuni casi, i familiari, ad ascoltare magari per la prima volta la Buona Novella”. E per la nuova evangelizzazione il cardinale della capitale americana utilizza ogni strumento, dalla televisione al web.



Il 22 ottobre 2011 è nominato relatore generale della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi e il 21 aprile 2012 membro della Congregazione per la Dottrina della Fede. Tra le sue posizioni più discusse, c’è quella con cui ha affermato che i sacerdoti della sua arcidiocesi non devono rifiutare la Comunione ai politici cattolici che votano a favore dell’aborto. Come sottolineato nel corso di un’intervista, “il nostro compito principale è quello di insegnare e di cercare di convincere le persone. La tradizione nel nostro Paese non è mai andata nella direzione di rifiutare la Comunione, e ritengo che ciò sia stato un bene”.

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