Prende il via il prossimo 3 luglio davanti ai giudici della Corte d’assise di Bergamo il processo a carico di Massimo Bossetti, arrestato il 16 giugno dell’anno scorso con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Il carpentiere di Mapello “sarà certamente in aula” nella prima udienza e anche in quelle successive: lo ha confermato uno dei suoi legali, Claudio Salvagni, pronto alla battaglia legale nella quale chiamerà a testimoniare 711 testimoni. “Ci sarà come c’è stato in tutte le udienze davanti al gip e al Tribunale del Riesame per protestare la sua innocenza”, ha aggiunto l’avvocato. L’accusa presenterà invece 120 testimoni, tra i quali anche la madre di Bossetti, Ester Arzuffi. Durante il processo saranno vietate telecamere e altri dispositivi di ripresa o fotografici, ma Bossetti ha invece chiesto che avvenga tutto a porte aperte e con la presenza dei media. “Voglio le telecamere. Voglio lottare perché questo processo si svolga esclusivamente a porte aperte, così che chiunque possa prendere atto di tutte le dichiarazioni fatte da me e dall’accusa, perché non ho niente da temere o da nascondere. Questo è il mio grandissimo, solo e unico desiderio”, ha scritto il muratore in una lettera diffusa durante l’ultima puntata della trasmissione tv “Segreti e delitti”.