Al setaccio via Keplero, la strada in cui è stata uccisa Daniela Roveri lo scorso 20 dicembre. E non solo per via delle numerose lamentele dei residenti, che hanno richiesto un maggior controllo del quartiere soprattutto in fascia serale. Si cerca il cellulare della manager, ancora introvabile e rimasto acceso un giorno e mezzo dopo il delitto, presumibilmente in via Keplero. Lo smartphone della vittima ha infatti agganciato una cellula di quella strada, ma a causa dello spegnimento dell’iPhone 6 della Roveri, le ricerche continuano ad essere sempre più difficili. Nel frattempo, sottolinea Il Giorno, il comitato Help Mum prevede una raccolta firme anche per questa domenica, per richiedere che la zona venga illuminata a dovere e che sia presente una videosorveglianza più mirata. Durante il primo giorno della campagna sono state racccolte più di 60 firme, grazie alla distribuzione dei volantini per promuovere l’iniziativa. E non si tratta di un timore scollegato dall’omicidio di Daniela Roveri, dato che il sospetto dei rappresentanti del Comitato è che il killer abbia avuto maggiore facilità di movimento proprio a causa dell’assenza di controlli adeguati.
Il giallo attorno al delitto di Daniela Roveri, manager d’azienda 48enne sgozzata con un solo fendente lo scorso 20 dicembre nell’androne del suo palazzo dove viveva con la madre, nel quartiere di Colognola a Bergamo, potrebbe presto trovare una soluzione. E’ quanto si augurano gli inquirenti che da giorni non si fermano, alla ricerca di indizi, informazioni, dettagli utili a dare un nome ed un volto all’assassino di Daniela Roveri, donna dalla vita apparentemente limpida ma che potrebbe aver avuto qualcuno in grado di nutrire un rancore così profondo da averla desiderata vedere morta. Mentre continuano le ricerche del cellulare e della borsetta della vittima, l’ultima novità attorno al caso di Colognola, resa nota dal quotidiano L’Eco di Bergamo, è legata ad un piccolo reperto, ora al vaglio degli inquirenti e che potrebbe portare al killer della 48enne. Si tratta di un capello trovato tra le dita di Daniela Roveri dagli uomini della Scientifica e che potrebbe rappresentare la chiave dell’intero delitto. Non si esclude che proprio il capello ritrovato possa appartenere all’assassino e che sia finito in mano alla manager d’azienda nel vano tentativo di difendersi. Le analisi sul reperto biologico sono attualmente in corso, quindi quelle finora avanzate restano solo delle ipotesi, in attesa dei risultati e che potrebbero orientare l’inchiesta verso una decisiva strada. Su questo aspetto è calato un fitto silenzio da parte degli inquirenti, data l’importanza del reperto stesso. Non si sa al momento se il capello ritrovato sia maschile o femminile o comunque non è stato reso noto da chi indaga mentre è quasi certo che sia dotato di bulbo. Aspetto, questo, di enorme rilevanza poiché potrebbe portare all’estrazione del Dna e quindi al possibile assassino di Daniela Roveri. Se gli esami in corso dovessero portare ad un profilo genetico, si potrebbe restringere la rosa delle persone finora sospettate dagli inquirenti. Sul piano della vittima e della dinamica del suo omicidio, è interessante l’ipotesi di una reazione da parte di Daniela nei confronti del suo assassino, come lo si evince dal taglio presente su una delle mani. La donna conosceva la persona che ha deciso di mettere fine alla sua vita?