Ancora cinque giorni prima del processo a carico di Giosué Ruotolo, accusato dell’omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Al vaglio anche le ricerche che l’imputato e Maria Rosaria Patrone hanno effettuato su computer e cellulari. Fra questi il dubbio su alcune parole scritte da Giosué Ruotolo, che potrebbero dimostrare l’organizzazione pregressa del duplice omicidio di Pordenone. Frasi come “brutale omiciio, Beretta, pistola usata” fanno pensare che fosse alla rierca di un’arma su internet. Mistero invece su due sms che l’imputato ha inviato alla Patrone alle 20:49 ed alle 20:55, il cui contenuto rimarrà sconosciuto perché i messaggi sono stati eliminati. E ancora: le foto di Ruotolo e Trifone, presenti nella sottocartella Z Nascosta. La data di creazione, sottolinea Il Gazzettino, è quella del 4 gennaio del 2015, mentre risalgono al 16 marzo di quell’anno, un giorno prima del delitto, alcune foto ricavate dal cellulare dell’accusato, che mostrano l’auto avvolta in tappeti di cellophane, coprivolante e coprisedili.
Con l’inizio del nuovo anno si torna a parlare del duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi a Pordenone la sera del 17 marzo 2015. Nel processo per il terribile omicidio è imputato Giosuè Ruotolo, ex militare di Somma Vesuviana, in passato coinquilino e commilitone di Trifone, il quale continua tuttavia a definirsi innocente rispetto alle gravi accuse che gli sono mosse. Il mese di gennaio sarà decisivo per il futuro giudiziario del ragazzo, secondo gli inquirenti il solo assassino della coppia, alla luce delle numerose udienze in programma. Si ricomincerà già dalla prossima settimana, esattamente venerdì 13 gennaio e quella sarà solo la prima di quattro udienze già fissate e che animeranno l’intero mese in corso, già definito come il “mese della svolta” nell’ambito del processo a carico di Giosuè Ruotolo. Stando alle notizie rese note dal quotidiano online Messaggero Veneto, la Procura nei prossimi giorni schiererà i testimoni decisivi che con le loro deposizioni potrebbero compromettere definitivamente la posizione dell’imputato e presunto assassino di Trifone e Teresa. Gli occhi, in particolare, saranno tutti puntati sui due ex coinquilini di Giosuè Ruotolo e sull’ex fidanzata Rosaria Patrone, quest’ultima protagonista nell’ultima udienza del mese. I primi testimoni ad essere sentiti in Corte d’Assise a Udine il prossimo 13 gennaio saranno gli uomini del Ros di Roma, che si occuparono di svolgere le indagini sui supporti informatici dell’indagato. A prendere la parola sarà poi un’amica di Teresa, Silvia Livreri, alla quale la vittima confidò di aver ricevuto i celeberrimi messaggi minatori su Facebook inviati dal profilo “Anonimo anonimo”. Importante la testimonianza dei due coinquilini di Giosuè Ruotolo, Daniele Renna e Sergio Romano, attesi per l’udienza del prossimo 20 gennaio. I due giovani condivisero per un periodo l’appartamento anche con Trifone prima che andasse a convivere con Teresa. I due coinquilini contribuirono a fornire un abbozzo di movente del delitto di Pordenone, descrissero i rapporti tra Giosuè Ruotolo e Trifone e soprattutto rivelarono gli screzi tra i due legati proprio ai messaggi molesti ricevuti dalla fidanzata Teresa sul social network. Per la procura questo è un passaggio importante in quanto dopo la lite che ne scaturì emerse il desiderio di Ruotolo di uccidere l’ex commilitone sia per vendetta che per paura di essere denunciato e di poter avere ripercussioni sulla sua carriera militare. Importante infine la testimonianza di Maria Rosaria Patrone, ex fidanzata di Giosuè Ruotolo e indagata a piede libero per favoreggiamento, la cui presenza in aula è attesa per il prossimo 30 gennaio, ultima udienza del mese dopo quella del 23.