Un cittadino italiano sarebbe sotto sequestro in Siria: si tratta di Alessandro Sandrini, 32enne bresciano scomparso da 14 mesi in Turchia. “Mi hanno sequestrato, non so dove sono”, ha detto alla famiglia in una telefonata del 18 ottobre scorso. “Avvisa l’ambasciata, questi non scherzano, mi vogliono uccidere”, ha aggiunto il giovane, in cassa integrazione. Era partito il 3 ottobre dell’anno scorso per la Turchia con un viaggio organizzato. Partito da Orio al Serio, era atterrato a Istanbul, poi il trasferimento ad Adana, vicino al confine con la Siria. Il giorno dopo aveva chiamato la famiglia, poi il silenzio per 14 mesi. Stando a quanto riportato dal Giornale di Brescia, la Procura avrebbe aperto un’inchiesta, mentre gli investigatori si sarebbero messi subito in contatto con le autorità turche. L’ipotesi è che Alessandro Sandrini sia stato sequestrato da un gruppo a scopo di riscatto. “Il caso del connazionale è da tempo noto e seguito dalla Farnesina”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri.
ALESSANDRO SANDRINI, LA MADRE: “RIPORTATEMELO VIVO”
La scomparsa di Alessandro Sandrini ricorda quella di un altro bresciano, Sergio Zanetti, sparito in Turchia l’anno scorso. Anche lui sarebbe stato rapito in Siria. “Voglio riportare in Italia mio figlio. Vivo”, ha dichiarato la madre del 39enne al Giornale di Brescia. “Non so come stia, mi ha detto che chi lo tiene prigioniero potrebbe ucciderlo. L’ho sentito terrorizzato e provato”, ha aggiunto la donna, facendo riferimento alle due telefonate ricevute, una del 18 ottobre scorso e l’altra del 3 dicembre. “Temo che Alessandro possa essere utilizzato per ottenere denaro”. Per ora non ci sono notizie certe, ma c’è un’inchiesta in corso, scattata dopo le due denunce in questura della madre di Alessandro Sandrini. L’indagine è stata affidata alla Squadra Mobile di Brescia, in contatto con le autorità turche. Per gli inquirenti si tratterebbe di un sequestro di persona da parte di gruppi turco-siriani. La situazione è di “rischio concreto”: l’ipotesi del finto rapimento è stata esclusa dagli accertamenti della polizia, che ha monitorato il conto corrente, dove nessun prelievo è stato fatto.