Il caso di Trifone e Teresa continua a restare al centro della cronaca nera nostrana, soprattutto dopo la testimonianza che potrebbe cambiare le carte in tavola. La difesa di Giosuè Ruotolo, infatti, punta alla pista alternativa che porterebbe a Brescia, quella cioè del secondo omicidio per coprire il quale sarebbe stata uccisa la coppia. Il superteste, tuttavia, parlerà solo nel corso della prossima udienza del 12 maggio in quanto assente per motivi di salute lo scorso venerdì. Balza all’occhio un particolare emblematico e che andrebbe a capovolgere anche l’intero movente dietro il duplice delitto di Pordenone. Stando alle parole del nomale 54enne, Lorenzo Kari, il quale sarebbe stato assoldato per uccidere i due fidanzati in cambio di 100 mila euro, nel mirino del killer sarebbe stata Teresa e non Trifone, come sostenuto dall’accusa per la quale l’unico vero colpevole sarebbe solo ed esclusivamente Giosuè Ruotolo, oggi a processo. La ragazza avrebbe assistito ad un delitto diventando così testimone scomoda. Il super teste riconfermerà anche in aula la sua versione? L’uomo prenderà la parola solo nei prossimi giorni e proprio sul finire di processo, in attesa della sentenza, potrebbe esserci un ulteriore quanto importantissimo colpo di scena nell’intero caso.



Le prossime settimane saranno ricche di udienze decisive in riferimento al processo per il duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Unico imputato al cospetto della Corte d’Assise di Udine è Giosuè Ruotolo, in attesa della sentenza di primo grado. Intanto, la sua difesa freme in vista della testimonianza di un uomo che potrebbe confermare la cosiddetta pista alternativa in grado di scagionare il 27enne si Somma Vesuviana. Un delitto, quello avvenuto a Pordenone il 17 marzo 2015, che continua ad essere caratterizzato da numerosi lati oscuri. Lo scorso venerdì, in aula, sarebbe dovuto esserci anche Lorenzo Kari, testimone importantissimo per la difesa di Ruotolo. L’uomo, nomade 54enne in carcere a Padova per furto, rapina, resistenza a pubblico ufficiale, evasione e altri reati minori, nel luglio 2015 aveva avuto un ruolo saliente nel duplice omicidio di Trifone e Teresa. In quell’occasione, infatti, aveva asserito alla procura di Pordenone di essere stato ingaggiato da un imprenditore bresciano per uccidere i due fidanzati dietro un compenso di 100 mila euro. Testimonianza alla quale gli stessi inquirenti non avevano mai creduto fino in fondo e che però avrebbe potuto ora rappresentare una carta importante per la difesa dell’unico imputato.



Tutto era pronto, in aula, al fine di accogliere il supertestimone che aveva avanzato la pista bresciana con la quale giustificare e dare un movente all’uccisione di Trifone e Teresa, eppure, come rivelato dal Messaggero Veneto, Lorenzo Kari non si è mai presentato. Un vero e proprio colpo di scena annunciato solo lo scorso venerdì dalla stessa presidente della Corte d’Assise, che ha asserito: “Quando la scorta penitenziaria è andata a prenderlo, Kari ha dato in escandescenze, compiendo poi attività autolesionistiche”. Da qui il suo trasferimento nell’infermeria del carcere. “Vista la situazione, abbiamo deciso di non farlo tradurre all’udienza odierna, in attesa di ricevere una relazione medica sulle sue condizioni di salute”, aveva aggiunto il magistrato.



E’ così caduta, per il momento, la possibilità per la difesa di Giosuè Ruotolo di poter avanzare la tanto attesa pista alternativa in merito al duplice omicidio di Trifone e Teresa, avvenuto oltre due anni fa a Pordenone, nel parcheggio del Palasport. Slitta l’audizione a Lorenzo Kari, atteso per il prossimo 12 maggio, in occasione della nuova udienza del processo. “Prima o poi Kari dovrà venire a testimoniare e, se è il caso, lo faremo tradurre con la forza”, aveva commentato il presidente della Corte, rivolgendosi all’avvocato del 54enne, Maurizio Mazzarella, presente in aula lo scorso venerdì. Il legale ha rivelato come il suo assistito stesse poco bene già dalla settimana precedente. Tuttavia, Mazzarella ha chiarito: “Mi ha confermato che dirà quello che dovrà dire, non si tirerà indietro”. Per le sue precedenti dichiarazioni, Kari era stato indagato per false informazioni ai pm e calunnia alla Procura di Pordenone. Dichiarazioni, le sue, prima rese in un memoriale sottoscritto dallo stesso in carcere e poi rese di persona ai due pm in riferimento a un presunto mandante, tale Gianni, dell’assassinio di Trifone e Teresa.

A differenza di quanto finora emerso dalle indagini e che avrebbero appurato come nel mirino del killer ci sarebbe stato Trifone (Teresa sarebbe stata una “scomoda testimone”), stando alla pista alternativa avanzata dal 54enne, invece, l’obiettivo sarebbe stata proprio la giovane siciliana considerata sì una scomoda testimone, ma di un altro omicidio, quello di Tiziano Stabile a Bedizzole. Secondo il suo racconto, Kari avrebbe incontrato a Pordenone un emissario del mandante, tale Mario, con il quale avrebbe fatto un sopralluogo al Palasport, dove la coppia è stata freddata a colpi di pistola. Qui avrebbe incassato 15 mila euro di anticipo per poi sparire nel nulla. Successivamente l’uomo era stato arrestato per vari furti avvenuti nella provincia di Pordenone. Il prossimo 12 maggio ribadirà anche in aula quanto asserito nel luglio 2015 o dobbiamo attenderci una ritrattazione ufficiale?