IL CONSULENTE DELLA PROCURA DI CATANIA FA CHIAREZZA
Ilsussidiario.net è stato raggiunto via mail da Salvatore Spitaleri, “uno dei due consulenti della Procura generale di Catania che ha eseguito (tutte) le analisi che hanno consentito di delineare le responsabilità dell’attuale imputato di omicidio e che ha speso sei anni della propria vita per realizzare, insieme al Dott. Romano, anch’egli del RIS DI MESSINA, un capolavoro di criminalistica”. In riferimento al caso Salamone ha chiarito che “Il generale Garofano, che personalmente stimo e con il quale sto in ottimi rapporti, in questo caso giudiziario è solamente il consulente tecnico della famiglia Salamone (cioè della famiglia della vittima)… NON ha mai fatto analisi e NON ha mai sostenuto nulla che non fossero le tesi dei consulenti della procura… cioè mie e del dott. Romano”. Quindi ha chiosato chiarendo che “L’ultima battaglia in aula si è consumata tra noi ed il ct dell’imputato… cioè con il prof. Giardina. Il generale Garofano, anche in questo caso, ha avallato soltanto la bontà del nostro lavoro e delle nostre (NOSTRE) conclusioni”.
CASO VALENTINA SALAMONE
Sono trascorsi otto anni dalla morte di Valentina Salamone, la giovane 19enne trovata senza vita il 24 luglio 2010 in una villetta di Adrano, in provincia di Catania. Sin dall’inizio è stata avanzata l’ipotesi del suicidio senza tuttavia escludere altre strade ma, nelle ultime settimane, sarebbe in corso una vera e propria guerra tra periti che avrebbe messo in dubbio la prima tesi installando sempre più il dubbio della morte violenta. Valentina sarebbe vittima di un omicidio? Come spiega Nuovo Sud nell’edizione online, ad intervenire sul caso è stato l’ex comandante dei Ris, il generale Luciano Garofano che nelle passate settimane ha depositato nel corso dell’udienza del processo in corso e che vede imputato Nicola Mancuso, il 32enne accusato di aver ucciso Valentina. Garofano fa parte del team della parte civile e in qualità di perito ha confermato l’accuratezza dei rilievi compiuti dagli uomini del Ris. Rivolgendosi alla Corte ha spiegato inoltre che quello trovato sotto le scarpe della vittima sarebbe il sangue dell’imputato. Questo andrebbe chiaramente a smentire la tesi del suicidio che la difesa di Mancuso sta cercando di portare avanti.
NICOLA MANCUSO: L’IMPUTATO SI DICHIARA INNOCENTE
La morte di Valentina Salamone è un caso emblematico, oggi al centro della trasmissione La vita in diretta estate. Inizialmente era stata avanzata l’archiviazione in quanto ritenuto un “semplice” caso di suicidio. Dopo aver avocato l’inchiesta, però, era stata la procura di Catania a riaprire il caso dopo le nuove perizie dei Ris che avevano svelato il ritrovamento di tracce ematiche dell’imputato sotto le scarpe della vittima. Nell’ultima importante udienza dello scorso marzo Mancuso, il quale sta scontando una condanna a 14 anni per traffico di droga, aveva assistito in videoconferenza come deciso dalla stessa Corte d’Assise. L’uomo, sposato, aveva intrattenuto una relazione con Valentina e, dopo la sua morte, si è sempre professato innocente. Arrestato nel marzo 2013 e scarcerato dopo 7 mesi dal tribunale del Riesame, ha continuato a dirsi estraneo alla vicenda. I genitori ed i fratelli della vittima si sono proclamati parti civili nell’ambito del processo per far luce sulla morte della giovane e che ora sta attraversando una fase molto delicata caratterizzata dalla guerra tra periti.