Silvia Enrico, nata ad Albenga nel 1976 è stata scelta per sostituire Oscar Giannino nel ruolo di presidente del partito Fare per fermare il declino. Giannino resta comunque candidato alle prossime elezioni per quanto riguarda la premiership, ma si dimette dal ruolo di presidente dopo lo scandalo suscitato dalle dichiarazioni di Luigi Zingales, economista e co-fondatore del partito, secondo cui i titoli accademici dichiarati da Giannino sono falsi. In effetti da un lato il giornalista “vantava” nei suoi curriculum un master conseguito al Chicago Booth (dove tra l’altro insegna lo stesso Zingales) che non aveva mai preso. Come se non bastasse, non risulta nemmeno laureta in Giurisprudenza e in Economia, ma, come lui stesso ha alla fine ammesso, ha superato solo alcuni esami di legge.



Silvia Enrico finora era stata coordinatrice prima per la Liguria e poi a livello nazionale del movimento. Laureata in giurisprudenza all’Università degli Studi di Genova, inizia il suo percorso professionale presso lo studio del Professor Galgano e dopo un anno speso in uno studio legale internazionale decide di aprire il proprio studio nel 2009, che chiamerà 4legal, specializzato in diritto societario e commerciale. Insieme appunto a Zingales, Michele Boldrin e lo stesso Giannino è uno dei fondatori di fermare il declino. Il movimento è stato fondato nel 2012 con la pubblicazione di un manifesto di 10 punti con l’obiettivo di chiudere con la vecchia politica e riformare il Paese. Ora la guida del partito, dopo la denuncia di lunedì scorso, passa a lei, a soli quattro giorni dal voto.



Oscar Giannino, infatti, come noto ormai, ha rassegnato le sue dimissioni. Lo ha annunciato lui stesso su Twitter: “Dimissioni irrevocabili da presidente in Direzione. I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non devono nuocere a @Fare2013!”. E dopo poco ha aggiunto “E’ una regola secca: chi sbaglia paga. Deve valere in politica e soldi pubblici, io comincio dal privato. Ora giu’ a pestare dx, sx e centro!”.

Bisognerà vedere ora quanto l’episodio avrà nuociuto all’immagine del movimento che sembrava diretto verso il superamento della soglia di sbarramento, per lo meno alla Camera dei deputati, mentre pareva aver acquisito un certo peso a livello di voti per le regionali lombarde. C’è da dire che certe idee vanno oltre il fatto che una persona abbia o meno un determinato titolo di studio, ma è altrettanto vero che il giornalista è incorso in un errore che sicuramente avrà strascichi che andranno oltre la sua corsa politica.