Diciamo la verità, in questi ultimi anni è passata l’idea che il nostro Paese, la nostra repubblica nata dopo i disastri della seconda guerra mondiale chiusasi nella primavera del 1945 (opportuno precisarlo, vista l’incerta memoria attuale), viene da una storia equivoca, patologica, tutta malaffare e occupazione del potere da parte dei partiti. Certo questi settant’anni (due intere generazioni, a ben vedere) sono stati ricchi di luci ed ombre, per usare un eufemismo. Hanno visto contrasti e dure lotte di potere dentro la società. Hanno avuto esplosioni violente, anche non in senso metaforico, e lasciato ferite profonde. E tutto questo si è sempre prestato a letture controverse, spesso divisive.
Ma come sempre se una pianta squassata anche da piogge e venti terribili resta in piedi, lo deve alla solidità delle sue radici. E la nostra repubblica, dobbiamo dircelo con un po’ di orgoglio, è stata fondata con una certa solidità.
Ma perché non suoni come un’affermazione temeraria o di parte, insieme agli amici che quest’anno hanno lavorato alla mostra del Meeting di Rimini “L’incontro con l’altro: genio della Repubblica”, incalzati dal presidente Luciano Violante (anima profonda della mostra insieme all’attenta consulenza storica del prof. Agostino Giovagnoli) affinché quel richiamo dovesse continuare per tutti abbiamo provato ad immaginare un sito in rete dove il lavoro potesse continuare.
Eccolo qui: “immaginidellarepubblica.it”, fresco di autorevole presentazione poche sere fa a Milano e cliccabile 24 ore su 24 con tutti i materiali (provenienti in gran parte dalle Teche Rai e dalla biblioteca della Camera dei deputati) presenti in mostra e con altri contributi importanti come le registrazioni video di tutti gli incontri con i diversi studiosi che hanno accompagnato la mostra durante le giornate riminesi. E questo non è che l’inizio, perché il sito vuole essere un luogo dove moltiplicare i materiali e le scoperte, le memorie e le testimonianze, le proposte di mostre ed incontri nei mesi che verranno.
Perché fin dall’inizio di questa avventura ci siamo detti che non era importante innanzitutto contrapporre un’analisi più intelligente o una confutazione dei pregiudizi sulla storia della repubblica cui accennavo all’inizio: quanto mostrare volti, riascoltare parole, raccontare fatti, ricostruire il filo di storie personali e sociali. Non una contro-lettura ideologica ma una passione in atto, una tensione di costruzione e ricostruzione continua, un ricominciare perenne di uomini e donne che, partendo dal paese in ginocchio del 1945, sono sempre ripartiti.
Per questo vedere e rivedere le immagini della Repubblica continua ad avere un senso, perché senza la memoria di questi 70 anni che proseguono oggi nel nuovo millennio non c’è possibilità di cammino. Fra gli errori commessi e quelli che commetteremo, certo; ma soprattutto fra i tentativi appassionati che continuano misteriosamente a nascere in questo bellissimo Paese che si chiama Italia, nonostante tutto.