È sempre più un caso mondiale l’accettazione degli Australian Open del 9 volte campione del primo Slam di tennis dell’anno: tutti contro Novak Djokovic e contro l’Australia, dallo sport alla politica. Addirittura il segretario Pd Enrico Letta si è schierato contro il campionissimo serbo: «se la sfanga è davvero game over. Vergogna Djokovic».
Eppure il direttore dell’Australian Open ha specificato ancora in queste ore, dopo l’esplosione della maxi polemica internazionale contro la presenza di Nole al torneo di Melbourne, che non vi sono state corsie preferenziali per il n.1 mondiale: «Giustizia e protocolli indipendenti sono stati stabiliti per valutare le richieste di esenzioni mediche che ci consentiranno di garantire che l’Australian Open 2022 sia sicuro e divertente per tutti. Un punto centrale di tutto questo è che le decisioni vengono prese da esperti medici indipendenti e che per ogni giocatore la richiesta va presa con la dovuta considerazione», ha spiegato Craig Tiley in una nota pubblica. Il “mistero” resta comunque, visto che ancora resta da capire in forza di quale tipo di condizione sia stata concessa l’esenzione medica a Novak Djokovic per presentarsi ai nastri di partenza degli Open d’Australia.
DJOKOVIC AMMESSO AGLI AO ANCHE SENZA VACCINO
Il mondo del tennis è nella bufera mondiale: dopo la decisione (australiana) di concedere l’esenzione da vaccino Covid per Novak Djokovic, il n.1 al mondo può serenamente partire per gli imminenti Australian Open. Di contro però, la federazione, i colleghi e la stampa mondiale sono tutti saltati sul piede di guerra non considerando giusto e corretto che a Nole sia stato concesso tale esenzione (così come ad altri 5 tennisti che come Djokovic non hanno mai chiarito la propria posizione sul tema vaccino anti-Covid, invocando la privacy).
«Ho trascorso del tempo fantastico con i miei cari durante la pausa e oggi sto andando in Australia con un permesso di esenzione. Let’s go 2022!»: si limita ad un post su Instagram la comunicazione di Djokovic per annunciare la sua partecipazione agli Australian Open. Da mesi infatti impazza la polemica sulle dichiarazioni “simil-no vax” proferite dal n.1 del circuito Atp: l’Australia, dove vigono regole anti-Covid molto stringenti, alla fine ha “ceduto” concedendo l’esenzione medica. Il campione uscente sarà dunque di nuovo in campo per difendere il titolo conquistato lo scorso febbraio 2021: il problema potrebbe a questo punto provenire da colleghi e circuito che non ha mai gradito il fatto che Nole non abbia mai rivelato se sia vaccinato o meno contro il Covid. Il capo degli Australian Open, Craig Tiley, aveva dichiarato ad inizio settimana che ad alcuni giocatori non vaccinati erano state concesse esenzioni: le domande di esenzione medica, spiega l’Adkronos Sport, «vengono valutate in forma anonima da due gruppi separati: una malattia cardiaca infiammatoria o un’altra condizione acuta sono motivi validi per ottenere il via libera». Tennis Australia ha poi fatto sapere che l’esenzione a Djokovic è stata concessa dopo «un rigoroso processo di revisione che coinvolge due gruppi indipendenti e separati di esperti medici».
CAOS NEL MONDO TENNIS: TUTTI CONTRO NOLE
La questione è stata subito tramutata in una “guerra etica” con i no vax tifosi schierati in favore della (presunta) scelta di Djokovic, e di contro i “sì vax” che contestano Novak e soprattutto la decisione delle autorità dell’Australia di concedere tale esenzione. Il punto è però prima di tutto di regolamento: nel tennis mondiale non vige l’obbligo vaccinale, né l’obbligo di un certificato anti-Covid come il “Green Pass”, ma come in ogni attività sportiva da due anni a questa parte basta la negatività al Covid dimostrata da un tampone. Di contro, l’Australian Open nel suo regolamento prevede che i partecipanti siano vaccinati; non solo, l’Australia pone l’obbligo per chiunque entri nel Paese un certificato di vaccinazione avvenuta. Le autorità sanitarie e, a questo punto anche l’Atp, hanno concesso l’esenzione ai pochi tennisti che si sono rifiutati di dire se siano o no vaccinati: la bufera è dunque esplosa, con il fratello tennista di Andy Murray (Jamie) che sbotta, «Penso che se fossi stato io a non essere vaccinato non avrei ottenuto un’esenzione, e questo è. Ma a lui è stato concesso il permesso di venire in Australia e competere». Per l’ex capitano di Coppa Davis italiana, Nicola Pietrangeli, il caso Djokovic è scandaloso: «I giocatori potrebbero anche fare sciopero, a questo punto che giochi da solo insieme a quelli che non si vogliono vaccinare. Se sei il numero 1 devi essere rispettato ma devi anche rispettare. Se il numero 34 del mondo dice non vengo in Australia, non gioca. Se lo dice il numero 1 invece gioca. Così non va bene». I due americani Tennys Sandgren e Tommy Paul rispettivamente numero 96 e 43 della classifica Atp, hanno commentato sotto il post Instagram di Djokovic con ironia: «Vieni anche tu in Australia Sandgren?», e l’altro ha risposto «Non ho la stessa spinta…».
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