Donatella Rettore per le strade di Milano in compagnia di Mauro Coruzzi. Un’intervista particolare quella andata in scena a “Italia sì Viaggiare”, in cui l’artista ha ripercorso alcuni momenti della sua gloriosa e lunga carriera. A proposito di uno dei suoi grandi successi, Splendido splendente, ha rivelato: “Quanti remix ci sono? Ce ne sono di più di Lamette, ha superato tutti. La fanno tedeschi, giapponesi, turchi…”. Ma Mauro Coruzzi le ha ricordato anche il concerto a San Siro di Donne per l’Abruzzo con centomila persone che ballano. “Grazie Milano, grazie San Siro. Milano è sempre stata il mio liquido amniotico”.
Invece sul suo look Donatella Rettore scherza: “Io sono riccia di natura. Fa male stirare i capelli… Adesso ognuno si pettina come gli pare”. Invece sul rapporto col tempo che passa: “Quando vedi le fotografie di 20-30-40 anni fa è normale inquietarsi”. Donatella Rettore si toglie poi un sassolino riguardo il suo successo: “In Veneto mi stanno amando adesso, perché dopo quarant’anni di carriera hanno capito che non scherzavo da bambina”.
DONATELLA RETTORE, TRA “RIVALI” E FAMIGLIA
Non può mancare una domanda sulle presunte rivali di Donatella Rettore. “Loredana Bertè? Anche Marcella (Bella, ndr). A lei fa molto comodo, a me non può fregarmene”. La frecciata però non è rivolta a Marcella Bella, con cui canta, ma a Loredana Bertè; infatti, conferma il paragone di Mauro Coruzzi con Sophia Loren e Gina Lollobrigida. “Così mantiene vivo un certo interesse, ma è un po’ obsoleto. Pensiamo al presente”. Donatella Rettore, dunque, non è un’artista che si crogiola nei successi del passato.
“Parlo di me stessa in terza persona come gli psicopatici, me l’hanno fatto fare. Parla anche della prigionia di mio padre, che poi è riuscito a scappare prima di finire ad Auschwith. Mi ha insegnato cosa vuol dire essere donna in tempi di guerra”. Ma nell’autobiografia di Donatella Rettore c’è anche molto di sua madre: “Era lo spirito libero di famiglia, ma era anche ditattoriale. Si vergognava di me? Voleva che facessi la letterata, che fossi laureata. Le mie canzoni? Dice che era tutto merito suo, perché mi ha insegnato l’italiano”.