Donatella Rettore, dalla carriera ai drammi vissuti, si è raccontata nel corso di una intervista al Corriere Fiorentino. La cantante ha ammesso di avere avuto molti dolori, ma di essere sempre riuscita a farcela, soprattutto grazie alla vicinanza dei suoi affetti. “L’amore per mio marito Claudio, complice essenziale anche nel lavoro, dura da una vita. Quello per i miei cani, esseri sensibili e lungimiranti. Pensi che nei momenti di profonda depressione, quando l’attacco di panico stava per arrivare come un mostro inferocito, erano loro a capirlo per primi. Se non è lettura dell’anima questa”, ha sottolineato.
A dare un contributo fondamentale però è stato anche il supporto di professionisti. “Ne sono uscita ammettendo a me stessa di avere un problema e dando la mano a uno specialista. Sembra banale, ma non lo è. Riconoscere il disagio e lavorare alla cura, salva da tante situazioni con epiloghi potenzialmente drammatici. Poi la prevenzione, mai mi stanco di ripeterlo”.
Donatella Rettore: “Morte ti fa amare ciò che hai”. La depressione
In molti momenti della sua vita, insomma, l’ombra della morte ha avvicinato Donatella Rettore: prima con la depressione, poi col tumore. Di paura, però, non ne ha mai avuta. “A essere sincera, non ci ho pensato. In quel momento ho visualizzato i miei affetti e mi sono detta: mica posso lasciarli così. Trovando una forza che ha colto di sorpresa me per prima. Parlarne non è più una cosa negativa, dentro c’è la vita. Niente sa instillare la voglia di vivere come i pensieri di morte. È il modo giusto per amare quello che già hai”, ha raccontato al Corriere Fiorentino.
E sulla musica, che non l’ha mai abbandonata: “Professionalmente ho sempre cercato di essere leggera, anzi, di alleggerire gli altri. Noi artisti dobbiamo essere pagliacci di corte, colore puro. Forse è un atteggiamento che mi ha aiutata anche nella vita privata, sì”.