STRISCIONE CONTRO DONNARUMMA A SAN SIRO
“A Milano non sarai mai più il benvenuto. Uomo di m…”. Il messaggio è stato apposto su uno striscione, appeso in zona San Siro, e riguarda Gianluigi Donnarumma. Questa l’accoglienza riservata al portiere della nazionale, che torna sul luogo del delitto a cinque mesi di distanza dall’ultima partita giocata con il Milan: stasera si gioca Italia Spagna, semifinale di Nations League, e Gigio tornerà a calcare il prato del Giuseppe Meazza dove Sinisa Mihajlovic lo fece esordire ancora sedicenne, e dove ha comunque scritto la sua storia e quella della squadra rossonera. Una bella favola, che avrebbe potuto durare: il calciatore delle giovanili che arriva in prima squadra da ragazzino, cresce e diventa uno dei più forti al mondo.
Gli ingredienti c’erano tutti, anche la vittoria degli Europei come numero 1 della manifestazione; eppure, a luglio la storia era già terminata, o meglio aveva preso una deriva diversa. Ricordiamo: le proposte di rinnovo rifiutate da Donnarumma e il suo agente (ovvero Mino Raiola), la presa di posizione del Milan che, piuttosto che scendere a patti, accetta di perderlo a parametro zero (come Hakan Calhanoglu, e magari Franck Kessie), l’arrivo del Psg e l’offerta faraonica, il trasferimento sotto la Torre Eiffel. Da quel momento, Gigio Donnarumma per il popolo rossonero è diventato un traditore, un giocatore cui riconoscere quanto fatto sino a qui ma anche un “nemico” da quando ha scelto di non proseguire con questa maglia.
DONNARUMMA E IL PRECEDENTE NEL 2017
C’era stato un precedente, un altro striscione contro Gigio Donnarumma: nel 2017 il portiere difendeva ancora i pali dell’Under 21, impegnata agli Europei. Era il Milan della coppia Fassone-Mirabelli, che aveva proposto un primo rinnovo al portiere: rifiutato, pare con la mediazione della famiglia. Anche allora, Gigio era stato oggetto di critiche: si diceva volesse andare altrove a guadagnare di più, e allora era comparso uno striscione che recitava “Dollarumma”, significato chiarissimo a giocare con il cognome del giovane portiere rossonero.
Quattro anni fa poi la quadra era stata trovata, in qualche modo: Donnarumma aveva rinnovato, ma nell’accordo con il Milan Raiola era riuscito a inserire un contratto – a un milione l’anno – al fratello maggiore Antonio, che in rossonero ha giocato poco o nulla (lo ricordiamo protagonista in Coppa Italia, e niente più). Quattro anni più tardi la storia si è ripetuta, ma questa volta il lieto fine non c’è stato; un paio di giorni fa Donnarumma, nell’anticipare il suo ritorno a San Siro, aveva dichiarato che gli sarebbe spiaciuto se i tifosi di San Siro lo avessero fischiato, avendo dato tutto per la maglia del Milan. Speranza vana: lo striscione che ne ha salutato il rientro nel capoluogo lombardo è inequivocabile, per il resto aspetteremo stasera per un’altra, eventuale parte della storia.