Ancora non c’è nulla di concreto, ma la possibilità di un accordo commerciale tra Alitalia e Trenitalia non sembra così remota. E anche se si tratta di un’ipotesi, è doveroso, come spiega Stefano Paleari, direttore scientifico dell’Iccsai (International center for competitiveness studies in the aviation industry), interrogarsi sulle conseguenze di tale accordo dal punto di vista dei consumatori.
Come dobbiamo guardare la possibile sinergia tra Alitalia e Trenitalia?
Le sinergie sono benvenute nella misura in cui riducono i costi per i consumatori o non aumentano i ricavi per chi fornisce il servizio. Questo perché nell’ottica dei consumatori conta l’aumento della produttività. Se invece si tratta di sinergie finalizzate a migliorare i conti economici delle società, il consumatore non ha molto da guadagnarci.
Quali potrebbero essere gli aspetti positivi di una simile alleanza?
Gli aspetti positivi penso che saranno spiegati dai soggetti che fanno l’accordo, e probabilmente saranno legati alla flessibilità di passare dall’aereo al treno sulla tratta Milano-Roma. Credo che sotto il profilo industriale ed economico, il punto sia guardare chi sono le controparti: l’attuale monopolista pubblico (Trenitalia) e una società privata (Alitalia) che però ha un dominio rilevante sulla tratta aerea Milano-Roma. Due soggetti forti su una tratta come questa che fanno un accordo portano inevitabilmente a una riflessione in termini di concorrenza.
Più in generale, già la natura delle relazioni commerciali tra vettori può influire sulla competizione. Ricordo infatti che recentemente l’Antitrust europea ha aperto un’indagine sulla concorrenza all’interno delle grandi alleanze aeree internazionali (One World e Star Alliance).
Questo tipo di partnership è però già presente in altri paesi europei. Anche lì si ha un danno per la concorrenza?
Che le compagnie aeree cerchino di rispondere alla concorrenza delle linee ad alta velocità mi sembra normale. Che questo accada a un anno dalla liberalizzazione delle ferrovie europee mi sembra altrettanto normale. Nel caso italiano, però, abbiamo un soggetto che ha una posizione dominante sulla Milano-Roma e un altro che è l’unico a fare trasporto ferroviario sulla medesima tratta. Non vorrei che le tariffe aumentassero anziché scendere, perché sarebbe anche anacronistico.
Come si potrebbe migliorare la situazione nel nostro Paese?
Andrebbe fatta una riflessione sulla separazione tra infrastruttura e gestore del servizio. Gli aeroporti sono stati costruiti in gran parte con capitale pubblico, le linee ad alta velocità solo con capitale pubblico. Chi esercita il servizio dovrebbe pagare un costo di infrastruttura: lo fanno le compagnie aeree con gli aeroporti, dovrebbe farlo anche la società che gestisce il trasporto ferroviario sulla linea ad alta velocità.
Vi è poi il grande problema dell’accessibilità degli aeroporti: oggi in Italia i collegamenti ferroviari con gli aeroporti sono molto costosi rispetto ai servizi offerti.
In effetti un grande problema è che l’alta velocità ferroviaria non raggiunge gli aeroporti…
Sarebbe anche ora che si pensasse di raggiungere gli aeroporti con le linee ad alta velocità. Per salvare Malpensa, ad esempio, occorre collegarla con l’alta velocità. E se guardiamo all’estero, notiamo che a Francoforte l’alta velocità arriva direttamente all’aeroporto: basta prendere un ascensore per trovarsi al check in.
In ogni caso una discussione su come collegare treno e aereo preferirei fosse fatta sotto la regia del ministero dei Trasporti e non di due attori sul mercato.
Ultimamente Trenitalia sta aumentando le frequenze del Freccia Rossa. C’è chi vede in questo la volontà di occupare fasce orarie per non renderle disponibili al concorrente che arriverà nel 2010. Cosa ne pensa?
Probabilmente si potrà avere nelle ferrovie una situazione simile a quella degli slot di Linate. Però oggi c’è un solo vettore ferroviario (Trenitalia) e se questo aumenta le frequenze, il servizio migliora anche per i passeggeri. Credo quindi che una valutazione andrà fatta più avanti.