Tra i lavoratori dipendenti nelle grandi imprese e quelli impiegati nelle piccole aziende c’è un divario salariale medio di 8.400 euro. Lo sostiene il segretario confederale della Cgil e presidente Ires Agostino Megale che ha presentato al Senato un’indagine sul livello dei redditi da lavoro e sulla redistribuzione della ricchezza in Italia nel periodo 1993-2008 condotta dall’Ires.
Se nelle grandi imprese la retribuzione annua è pari a 26.900 euro, nelle piccole si arriva appena a 17.500. Megale ha sottolineato che oltre ai lavoratori delle piccole imprese penalizzati dall’assenza di contrattazione aziendale o territoriale e in genere dalla mancanza della presenza del sindacato si percepiscono buste paga più leggere in modo particolare se si è donna, immigrato o giovane.
In particolare a fronte di un salario medio mensile di 1.240 euro le donne percepiscono il 17,9% in meno, gli immigrati il 26,9% e i giovani il 27,1%. Una forte penalizzazione inoltre – spiega il sindacalista – si registra nelle imprese del Sud.
Area nella quale negli ultimi anni si è segnalata un’inflazione più alta rispetto alla media nazionale anche a causa della crescita dei prezzi dei beni di più largo consumo, quelli sui quali si concentra la spesa delle famiglie a più basso reddito.