Gianni Dragoni, bravo giornalista economico de Il Sole 24 Ore, non appare molto coinvolto dall’operazione “Btp day”. Il fatto che ci sia stato un po’ troppo di enfasi in questa vicenda, dopo l’iniziativa “patriottica” di sottoscrivere titoli di Stato italiani da parte di un imprenditore, con l’acquisto di una pagina de Il Corriere della Sera, non è sfuggito a molti analisti e osservatori di cose finanziarie ed economiche. Magari si può essere animati da buoni sentimenti, ma la logica dei mercati nel mondo dell’economia globale ha altre logiche che, magari, con i buoni sentimenti non c’entrano nulla. Reduce da un’assemblea di redazione, Dragoni dice di aver seguito a singhiozzo l’intera giornata. Ma poi guardando le notizie che gli arrivano minuto dopo minuto, sostiene: «Vedo che alla fine lo spread è rimasto sui 493 punti. Ha chiuso su questo valore, mentre in mattinata era andato meglio, era sceso. E questo valore dello spread non indica proprio nulla di buono, ancora una volta. Il fatto che la Borsa oggi abbia recuperato e sia salito di molto dipende da altre cose. Bisognerebbe fare considerazioni diverse. Il problema che in questo momento è al centro della situazione è sempre lo spread, che è sempre molto alto. Possiamo affermare ancora che è sempre a livello di guardia».
Un giudizio su questa giornata di Borsa, da osservatore ?
Se dovessi dare un voto, dopo aver seguito la giornata, darei un 6. Non mi è apparsa affatto particolarmente brillante. Guardiamo anche i rendimenti dei titoli, sono tutti sopra il 7%. E il Btp a due anni, in un primo momento era andato sopra l’8% battendo tutti i record storici. E quindi i problemi restano sempre aperti.
Si può quindi affermare che questa giornata, che aveva un carattere semi-patriottico, non ha risolto il problema di fondo?
Beh, direi proprio di sì. Non mi sembra questa la soluzione, la via da battere. Adesso, non vorrei apparire dissacrante e ipercritico. Si possono comprendere anche le motivazioni. Ma i problemi reali restano sempre aperti. Poi, per dirla tutta, sento un odore di operazione un tantino paternalistica in tutto questo. Infine, guardando i valori dello spread mi sembra che non si sia risolto sostanzialmente nulla.
Si può dire che in tutta questa vicenda, anche molto reclamizzata, “pompata”,mettiamoci l’aggettivo che vogliamo, c’è stato qualcuno che ci ha guadagnato?
Certamente ci hanno guadagnato un po’ le banche. Innanzitutto, e direi soprattutto, con un’operazione di immagine. Il fatto, ad esempio, di rinunciare alle commissioni sembra proprio una bella promozione. Ma si può aggiungere che si sono anche liberate probabilmente di un bel quantitativo di titoli.
Lo vogliamo trovare un aspetto positivo?
Ecco, c’è un fatto che si potrebbe sottolineare. Noi abbiamo in media dei costi bancari tra i più alti d’Europa. Il fatto che le banche abbiano rinunciato alla commissione, al loro guadagno è un aspetto importante. Dovrebbero forse farlo più spesso in un momento come questo.
(Gianluigi Da Rold)