Nonostante la manovra sia ormai diventata legge con l’approvazione del Senato, i sindacati danno ancora battaglia e oggi, alla Vigilia di Natale, c’è stata una manifestazione di Cgil, Cisl e Uil davanti a Montecitorio, cui hanno partecipato i segretari generali delle tre confederazioni Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Susanna Camusso ha subito spiegato che la partita delle pensioni non è chiuso e che se il governo si illude del contrario, troverà sul suo cammino ostacoli contro cui rischierà di andare a sbattere. L’obiettivo primario della Cgil resta quello di rimettere mano alla riforma delle pensioni di anzianità, riportando gli anni di contributi necessari a 40, dato che ora passeranno a 42 (41 per le donne). Inoltre, la Camusso ha ricordato l’importanza della riforma del fisco per dare ossigeno ai lavoratori dipendenti, andando a colpire chi ha di più attraverso un’imposta patrimoniale.
Dure anche le parole di Raffaele Bonanni, che ha chiaramente detto al governo di operare una scelta di collaborazione con le forze sociali, sindacati compresi, o con le corporazioni e le lobby. Il leader della Cisl ha quindi lanciato una sfida all’esecutivo di Monti sul tema del fisco e del lavoro, dato che la manovra varata si è rilevata inefficace anche a tranquillizzare i mercati, con lo spread che è tornato a salire. Ragione in più per non considerare chiuso il capitolo degli interventi con il testo appena approvato.
Dichiarazioni infuocate anche da Luigi Angeletti, che chiede più garanzie per il mondo del lavoro, l’unico che rema in Italia, mentre altri viaggiano a traino senza nemmeno pagare il biglietto. Sarebbe una grave illusione per il governo, ha aggiunto il Segretario generale della Uil, pensare di poter fare scelte contro i sindacati. Forse i professori, ha concluso Angeletti riferendosi a tecnici che compongono l’esecutivo, hanno letto molti libri e vissuto nelle università, ma non conoscono le fabbriche. Dopo questa manifestazione pre-natalizia, i sindacati non si fermeranno e sono pronti a nuove mobilitazioni e sono pronti a incalzare il governo appena riprenderà la propria attività.
Del resto il Premier Mario Monti ha promesso che entro 90 giorni sarà pronta la “fase 2” dell’attività del governo, ovvero quella relativa alla crescita e allo sviluppo e non sono da escludere interventi anche in tema di mercato del lavoro. Prima ancora, il Decreto milleproroghe, approvato ieri dal Governo, dovrà passare il vaglio del Parlamento e non è escluso che possano trovare spazio alcune misure correttive rispetto alla manovra appena approvata, magari proprio su quei punti tanto contestati dai sindacati.