Le Bce ha deciso di abbassare i tassi di interesse sull’euro. Mario Draghi ha annunciato un taglio dello 0,25 per cento dei riferimenti sul costo del denaro. Il tasso fisso di rifinanziamento scende quindi all’1%. Si tratta del minimo storico da quando è stata adottata la divisa unica. Si è deciso di intervenire anche sul tasso dei depositi che passa allo 0,25%% e su quello marginale, che passa all’1,75%.
Mario Draghi, al termine della riunione del consiglio direttivo all’Eurotower, la seconda presieduta da lui dalla data del suo insediamento, ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa. E ha spiegato, anzitutto, che secondo le previsioni l’inflazione dell’area euro è in calo e nel 2012 potrebbe scendere sotto il 2 per cento. Ha fatto, in seguito, presente che l’incertezza dell’area resta ancora estremamente elevata, a causa delle tensioni dei mercati che persistono nell’attività di danneggiamento dell’attività economica dell’Unione. Per questo l’istituzione guidata da Draghi si è decisa per l’adozione di «misure non standard» che possano «assicurare e potenziare l’accesso delle banche alla liquidità». In particolare, due operazioni lanciate dell’istituzione dovrebbero garantire per 36 mesi liquidità illimitata agli istituti di credito. La Bce ha allargato le tipologie di titoli che le banche possono offrire come copertura in cambio di liquidità. Secondo Draghi si tratta di misure temporanee e urgente, alla luce delle valutazioni dei tecnici della Bce, secondo i quali le stime sulla crescita dell’Unione sono da rivedersi al ribasso. Si attende, infatti, che nel 2012 il Pil europeo si attesterà il meno 0,4 per cento e il più 1,1 per cento, mentre per il 2013 tra il più 0,3 per cento e il più 1,2. Rispetto a quanto sarà discusso questa sera nel corso di vertice di Bruxelles cui parteciperanno il premier italiano Mario Monti e gli omologhi tedesco e francese, Angela Merkel e Nikolas Sarkozt, Draghi si è detto convinto che occorra un nuovo accordi di bilancio tra i Paesi dell’Unione. Tali accordi rappresentano il punto determinante per riportare in equilibrio i conti dei paesi il cui debito sovrano è in crisi.
Ha anche aggiunto che le riforme e il rigore dei conti sono l’unico sistema per infondere nei mercati fiducia. A tal proposito, riferendosi all’Italia,e alla manovra del governo Monti, si è detto convinto del fatto che contenga «elementi molto incoraggianti». Poi, ha concluso dicendo che si tratterà di portarli e compimento e includere, a questo punto, misure per la crescita e per lo sviluppo.