Le famiglie più povere saranno le più penalizzate dall’incremento dell’iva previsto dalla Legge di stabilità. Lo annuncia IRES CGIL secondo cui i conti non tornano: i nuclei familiari più svantaggiati, in proporzione, pagheranno di più e ne soffriranno almeno tre volte tanto. In pratica, l’aumento dell’Iva avrà sulle famiglie più povere un impatto triplo rispetto a quello delle famiglie con reddito più elevato.“L’incidenza dell’aumento delle aliquote IVA sul reddito familiare scende progressivamente e, con quasi completa regolarità, all’innalzarsi del livello del reddito – spiega una nota congiunta – Per il decimo più povero, l’incidenza dell’aumento si avvicina ai 10 euro ogni 1000 euro di reddito, mentre per il dieci per cento delle famiglie più ricche l’incidenza è di 3,4 euro ogni mille”. I nuclei familiari che hanno un reddito medio di poco più di 12mila euro annui pagheranno 119 euro medi annui di maggiore imposta, pari a 9,7 euro ogni mille euro di reddito. Chi ha un reddito familiare di poco più di 20mila euro pagherà 143 euro medi annui di maggiore imposta a famiglia, pari a 6,8 euro in più ogni mille euro di reddito. Quest’ultimo dato scende progressivamente man mano che sale il reddito familiare: per chi, ad esempio, ha un reddito familiare medio anno di circa 50 mila euro, l’impatto dell’aumento dell’Iva è di 4,9 euro ogni mille euro di reddito disponibile. Per il dieci per cento delle famiglie più ricche l’impatto dell’aumento dell’Iva sarà di 3,4 euro ogni mille euro di reddito. E in tutto questo sono esclusi i più poveri. “Ancora più grave – spiega lo studio – è poi quanto accade alla platea degli incapienti, destinati a non trarre alcun beneficio dalla revisione delle aliquote Irpef. Si tratta di chi ha entrate così basse da non essere soggette all’imposta sul reddito delle persone fisiche. Nella elaborazione non sono comprese le famiglie con individui che non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi. Quindi, la gran parte degli incapienti risulta esclusa. Se tutti gli incapienti venissero considerati, la regressività della misura sarebbe ancora più pronunciata”.
Il Codacons ha stimato che con le novità introdotte dalle nuove regole sul Fisco, la spesa totale annua media per un nucleo di tre persone sarà di circa 324 euro in più. Per l’Ufficio studi di Confcommercio il taglio dell’Irpef e aumento dell’Iva determineranno maggiori risorse per le famiglie pari a circa 1,5 miliardi di euro per il 2013 e minori risorse sempre per le famiglie, ma nel 2014, pari a circa 2 miliardi. La Cgia di Mestre ha anzi evidenziato che per chi ha un reddito fino a 8 mila euro (la cosiddetta no tax area) ci sarà un aggravio fiscale conseguente all’aumento dell’Iva.