La situazione greca rischia di inasprirsi ulteriormente, e forse, di precipitare in un abisso che, finora, si era riusciti a scongiurare. Come è stato rivelato, infatti, nell’ultimo numero del settimanale tedesco Der Spiegel, il Fondo monetario internazionale sarebbe in procinto di predisporre la chiusura dei rubinetti; di bloccare, cioè, gli aiuti alla Grecia necessari perché possa continuare a pagare le pensioni e gli stipendi dei lavoratori pubblici e garantire quel minimo di servizi essenziali che ancora riesca a garantire. Una sorta di crack pilotato che, ad oggi, aveva impedito il deflagrare di veri e propri scenari da guerra civile o l’instaurarsi di regimi autoritari (il pericolo, d’altro canto, esiste se si considera il fatto che nelle scorse elezioni i neonazisti hanno avuto un ottimo piazzamento). In ogni caso, secondo quanto riferito dal settimanale, l’Fmi teme che il piano di austerity messo in atto da Atene non sarà sufficiente a realizzare le condizioni richieste dalla Troika – Fmi, Ue e Bce – in cambio degli aiuti. La presa di posizione è determinata, in particolare, dal fatto che non riuscire a mantenere fede agli impegni si tradurrà in un maggior esborso monetario. Potrebbe rendersi, infatti, necessario investire tra i 10 e i 50 miliardi di euro in più per salvare la Grecia. Oltretutto, il 20 agosto il Paese dovrebbe restituire 3.8 miliardi di euro ma, con ogni probabilità, non ci riuscirà. A complicare lo scenario, c’è lo scetticismo di Paesi come Olanda e Finlandia che, forti della loro potenza finanziaria e della stabilità dei loro conti, remano da sempre contro un’Europa che condivida le crisi dei debiti sovrani. Sempre secondo il settimanale, tuttavia, l’eventualità a questo punto ritenuta più probabile, ovvero l’uscita della Grecia dall’euro, potrebbe avvenire senza particolari trammi. Sarebbe, infatti, considerata dai Paesi dell’Eurozona gestibile. Il default pilotato potrebbe, a questo punto, avvenire attorno a settembre. In ogni caso, l’Europa, per bocca del portavoce del commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn, reagisce con distacco alle rivelazioni pubblicata dallo Spiegel.
Il portavoce ha precisato, infatti, che la provenienza di queste affermazioni è attualmente sconosciuta e che, di conseguenza, non è intenzione della Commissione commentare le indiscrezioni. La Germania, invece, attraverso il vicecancelliere Philipp Roesler fa sapere che «Se la Grecia non rispetta i suoi impegni, allora non ci possono essere ulteriori pagamenti» e che l’uscita della Grecia dalla divisa unica non rappresenta, ormai da tempo, uno spauracchio.