Al termine della riunione del Consiglio dei Ministri per la discussione sul DEF 2015, il premier Renzi ha sottolineato la volontà del governo di ridurre la pressione fiscale senza tagliare le prestazioni a favore dei cittadini. Renzi ha sottolineato la riduzione della pressione fiscale nel 2015 pari a 21 miliardi (18 miliardi più tre miliardi derivanti dalla rimozione delle clausole di salvaguardia), non escludendo ulteriori riduzioni nella Legge di Stabilità 2016. Renzi ha sottolineato come i tagli non incideranno direttamente sulla vita dei cittadini ma al tempo stesso ha annunciato l’ennesima cura dimagrante all’apparato pubblico, ribadendo che i sacrifici non verranno sostenuti dai cittadini ma saranno a carico della politica. Renzi ha concluso spiegando che “ci sono i margini per tagliare ulteriormente la spesa pubblica di altri 10 miliardi” e ha confermato di voler incontrare i rappresentanti degli enti locali prima di presentare il documento definitivo in Parlamento. 

Oggi ci sarà la prima riunione del Consiglio dei Ministri per discutere del Def 2015, il documento di programmazione economica finanziaria che verrà presentato in Parlamento entro il 10 aprile. Nei giorni scorsi si sono susseguiti diverse ipotesi sul contenuto del documento, che vincolerà l’azione di governo nei prossimi mesi. Per evitare l’aumento dell’Iva (che provocherebbe un ulteriore calo dei consumi) a partire dal 2016, è necessario recuperare 10 miliardi di euro e il governo ha già annunciato di non voler inasprire ulteriormente la pressione fiscale; conseguentemente le risorse verranno recuperate attuando la spending review. Molto probabili i tagli agli enti locali (nonostante il presidente dell’Anci Piero Fassino abbia messo in guardia il governo dall’effettuare ulteriori tagli) e alle detrazioni e deduzioni riconosciute ai singoli contribuenti (esclusi interventi sulle detrazioni da lavoro dipendente e da redditi di pensione), le risorse proverranno anche dalla diminuzione degli interessi da pagare sui Titoli di Stato grazie alle migliori condizioni di mercato (vero e proprio incubo dei governi precedenti). Secondo le indiscrezioni il Governo potrebbe mantenere il rapporto deficit/Pil ad un livello più elevato dell’1,8%.