Nuovo “crash test” domani per il governo, quando presenterà in Parlamento la seconda legge di riforme come richiesto dalle “istituzioni” europee. Altri provvedimenti pesanti che potrebbero ridurre la già esigua compagine sui cui può contare Alexis Tsipras, tra cui anche i primi provvedimenti di riforma delle pensioni e la nuova tassazione per gli agricoltori. Provvedimenti che anche parlamentari dell’opposizione sono riluttanti a votare. A oggi il governo ha dalla sua 123 voti, ma domani sera, si pensa, la conta potrebbe essere sotto i 120 voti. Numero sotto il quale Tsipras potrebbe prendere atto che l’attuale esperienza di governo è arrivata al capolinea. 



Elezioni imminenti a fine settembre od ottobre? Probabile, anche se voci non confermate assicurano che Tsipras abbia promesso alla Merkel di andare alle urne non prima di cinque mesi, tempo giudicato indispensabile all’avvio del programma di riforme. 

In attesa della votazione, la polemica tra i “lealisti” di Tsipras, il gruppo dissidenti di Piattaforma di sinistra e Yanis Varoufakis, il quale gioca da solitario e già si sta proponendo come leader della fronda, è al calor bianco. E Syriza sembra una pentola in ebollizione: tutti contro tutti. Rimanda al 1968, quando la sinistra si spaccò verticalmente e diede vita a due partiti che si battezzarono entrambi comunisti. I loro leader provenivano di esperienze diverse: tra chi aveva fatto la resistenza ai colonnelli dall’interno del Paese e chi dall’estero. Fu una spaccatura che non fu mai ricomposta. 



Panagiotis Lafazanis, il leader della corrente di sinistra-sinistra, ha già fatto sapere che non ha intenzione di uscire dal partito. Continuerà la sua battaglia per il “no” al terzo Memorandum nel Parlamento. Significativo è l’attacco all’ex ministro delle Finanze da parte del quotidiano di partito “I Avghì”, che lo accusa di aver fallito nella strategia delle trattative e di aver usato i giornali in modo scorretto (si riferisce all’articolo di “Paris Match”).

Come finirà? Domani sera, dopo la votazione notturna il panorama politico sarà meglio definito. Ieri la Commissione europea ha sbloccato il prestito-ponte di 7,16 miliardi. Ad Atene sono arrivati i rappresentanti delle “istituzioni” (cioè la Troika), incaricati di verificare i conti per avviare le trattative di quelli che saranno i termini dell’accordo del prestito triennale, che si spera venga raggiunto verso metà agosto. Le banche hanno riaperto le succursali: più un gesto di buona volontà perché resta invariato il limite di prelievo quotidiano a 60 euro. E i supermercati hanno applicato i nuovi prezzi con il Fpa (Iva) al 23%. 



La prima reazione a questo improvviso aumento dei prezzi era scontata: ieri mattina le casse erano deserte. Nella capitale non passeggiano molti turisti. Sulla nave che da Patrasso porta ad Ancona si nota l’assenza dei camion con targa ellenici. Molti turisti italiani di ritorno dalle isole ammettono che nel loro periodo di vacanza non hanno mai ritirato una ricevuta fiscale. 

Quindi ai lettori che sono intenzionati ad andare in vacanza in Grecia ricordiamo che si può aiutare il Paese richiedendo come la legge prevede lo scontrino fiscale. Sempre la stessa legge dice che se il barista, come il cameriere, non presenta lo scontrino l’avventore ha diritto di non pagare la consumazione.

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