Siamo quello che mangiamo? E’ quanto viene chiesto nel tema di ambito socio-economico appartenente alla tipologia B. Un analisi delle varie tipologie legate algli stili di vita moderni e all’alimentazione. Un’ampia documentazione è stata fornita al candidato in modo da permettergli di sviluppare il testo. Ecco quanto allegato al tema di ambito socio-economico di tipologia B.



DOCUMENTI, ”Le evidenze scientifiche pubblicate nell’ultimo anno non lasciano dubbi – dice Massimo Volpe, presidente della Siprec (Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare) – la vita sedentaria è un rischio per il cuore. Se a questo si aggiunge che spesso si mangia male, il quadro generale peggiora. Commettiamo troppi peccati di gola, trascuriamo la dieta mediterranea e gli alimenti cardine di una sana alimentazione. Pochissimi sanno davvero giudicare la salubrità di un alimento, molti si nutrono in modo disorganizzato”. Il 95 per cento, continua l’esperto, dichiara che il pranzo è il pasto più importante, ma poi l’80 per cento sceglie una pasta molto condita accompagnata dal pane. Un italiano su due mangia carne magra, ora c’è un buon 20 per cento che sceglie carni grasse più volte alla settimana: Il 45 per cento consuma formaggi come minimo tre volte a settimana. Uno su tre, poi, mangia pesce appena una volta alla settmiana mentre andrebbe consumato almeno due, tre volte. “Dobbiamo modificare le nostre abitudini – dice il cardiologo – e renderci conto che la salu8te del cuore si construisce mattone dopo mattone, proprio come una casa. Sia il mwedico che il paziente possono imparare a fare prevenzione”. Adele SARNO, Otto ore seduti? Il cuore rischia doppio, Arriva l’auto-test per la prevenzione, “la Repubblica” – 1 aprile 2003



“Mercoledì 17 novembre 2010. La quinta sessione del Comitato intergovernatico dell’UNESCO […] ha iscritto la Dieta Mediterraniea nella prestigiosa lista (sc. del patrimonio culturale immateriale dell’umanità). […] La Dieta Mediterranea rappresenta un insieme di competenze, conjoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vini o infusi, sempre in rispetto delle tradizionii di ogni comunità. Tuttavia, la Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l’interazione sociale, poichè il punto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpo di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo” CNI-UNESCO, L aDieta Mediterranea è patrimonio immateriale dell’Umanità, www.unesco.it



“La politica alimentare […] si deve basasre sul concetto che l’energia primaria della vita è il cibo. Se il cibo è energia allora dobbiamo prendere atto che l’attuale sistema di produzione alimentare è fallimentare. […] Il vero problema è che da un lato c’è una visione centralizzata dell’agricoltura, fatta di monoculture e allevamenti intesivi altamente insostenibili, e dell’altro è stat completamente rifiutata la logica olistica, che dovrebbe essere innata in agricoltura, per sposare logiche meccaniciste e riduzioniste. Una visione meccanicista finisce con il ridurre il valore del cibo a una mera commodity, una semplice merce. é per questo che per quanto riguarda il cibo abbiamo ormai perso la percezione della differenza tra valore e prezzo: facciamo tutti molta attenzione a quanto costa, ma non più al suo profondo significato […] Scambiare il prezzo del cibo con il suo valore ci ha distrutto l’anima. Se il cibo è una merce non importa se lo sprechiamo. in una società consumistica tutto si butta e tutto si può sostituire, anzi, si deve sostituire. Ma il cibo non funziona così.” Carlo PETRINI in Petrini-Rifkin. Il nuovo patto per la natura, “la Repubblica” – 9 giugno 2010

“Mangiare mentre si legge la posta, si gioca o si lavora al pc può avere serie conseguenze sulla nostra forma fisica. […] Secondo quanto riportato dalla rivista American Journal of Clinical Nutrition, chi mangia svolgendo altre attività, sia questa navigare in internet o sui profili degli amici su Facebook, è più propenso ad esagerare con le quantita in quanto non ha il senso delle calorie che sta realmente introducendo e inoltre ha più voglia di dolci […]. Quindi nonostante sia costume sempre più diffuso quello di mangiare rimanendo “connessi” con il mondo intorno a noi, per chi ci tiene a non mettere su chili di troppo, meglio evitare le distrazioni durante i pasti e focalizzare l’attenzione su quello che si sta consumando”. Silvia MAGLIONI, Mangiare davanti al computer fa male alla linea, www.leonardo.it

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