Domani mattina prenderà il via la maturità 2012 e gli esami di Stato inizieranno come di consueto con la tradizionale prima prova. A poche ore dal suono della campanella si sprecano messaggi sul toto-traccia per il tema di italiano come per l’analisi del testo e gli altri possibili quesiti. Tra smentite e messaggi l’ansia degli studenti continua però a salire e anche per scaramanzia internet ha soppiantato il passaparola per cui c’è sempre, in ogni scuola, il lontano parente che lavora al ministero o alla scuola italiana australiana che – contro ogni evidenza – dovrebbe aprire le buste con le tracce dodici ore prima che in italia. Ci sono comuqnue quesiti che vale la pena approfondire sulla prima prova di italiano e IlSussidiario.net ha deciso di dar voce a quattro diversi docenti di scuola superiore a cui ha posto domande sulle possibili tracce, per capire di più le differenze con il passato, gli argomenti più trattati e quelli più “snobbati” dal Ministero e impressioni sullo stato d’animo degli studenti. Ecco le loro risposte.



Siamo arrivati alla Maturità 2012: come trova questi esami di Stato rispetto agli altri anni? Come arrivano studenti e docenti alla prima prova di italiano, il famigerato “tema”?

DANIELA GRAFFIGNA – Credo che non ci siano particolari differenze rispetto agli anni scorsi, sia per gli studenti che per i professori. L’unica variante di questi esami è il plico informatico, la grande incognita su cui si spera non ci siano problemi.



LUIGI GAUDIO – Studenti e docenti arrivano alla prima prova essenzialmente come gli altri anni, senza particolari cambiamenti. La novità è soprattutto procedurale, vale a dire il software di gestione delle commissioni che però non è ancora del tutto disponibile sul sito del ministero. Credo però che sotto gli altri aspetti si stia affrontando questo esame nello stesso modo rispetto agli anni precedenti.

ALFIO PENNISI – Da quello che ho potuto vedere finora credo che l’atteggiamento sia più o meno lo stesso degli anni precedenti. Forse assistiamo solamente a una maggiore disillusione, conseguenza diretta delle varie vicende economico-politiche a cui abbiamo assistito. 



ELISABETTA CREMA – Io sono un’insegnante piuttosto giovane, forse non ho l’esperienza tale per rispondere appieno a questa domanda. 

Quali argomenti potrebbero “uscire” tra quelli possibili per la prima prova di quest’anno?

DG – Tra i tanti argomenti di cui si sta parlando ho sentito nominare anche Svevo ma lo ritengo alquanto improbabile visto che è già uscito tre anni fa. Potremmo invece assistere a un testo non letterario e maggiormente saggistico, come per esempio riguardo l’eterna questione della differenza libri cartacei-computer.

LG – In realtà sono molto indeciso: per quanto riguarda gli autori penso a Verga o a Calvino, ma credo che alla fine come ognni anno prevarrà l’imprevedibilità.

AP – La crisi economica e tutto ciò che ne consegue è il primo argomento che mi sembra più rilevante, ma personalmente spero che possa essere chiesto ai ragazzi di affrontare questo tema in positivo, parlando delle risorse che anche loro stessi possono mettere in campo per migliorare la situazione, invece di sottolineare ancora una volta ciò che manca e ciò che non va. 

EC – Credo che non si parlerà del terremoto, visto che recentemente è uscito il saggio breve di argomento scientifico sulla calamità naturali. Per quanto riguarda gli autori, opterei per Pascoli e Montale mentre per quanto riguarda l’attualità si potrebbe pensare al tema della famiglia, anche dopo l’Incontro Mondiale di Milano, ma anche quelli della crisi economica e della disoccupazione giovanile.

Ci sono autori storicamente più “cari” al ministero (e quindi più probabili)? Quali sono invece quelli più “snobbati”?

DG – Ricordo di aver visto già diverse volte Ungaretti, come anche Dante e Pascoli che si prestano bene per la prova d’esame. Tra quelli più evitati metterei invece Leopardi e Manzoni, che non piacciono molto.

LG – Quelli a cui il ministero tiene maggiormente sono sicuramente Primo Levi, Umberto Saba, Pascoli e Pavese, che quindi potrebbero anche ricomparire. Tra quelli più snobbati mi vengono in mente Calvino, Pasolini e D’Annunzio.

AP – In generale ho notato un interesse maggiore per il Novecento, mentre un autore che non si vede ormai da molto è Leopardi. 

EC – Credo che tra i grandi assenti ci sia in particolare Saba che ormai non si vede da un bel po’ di tempo. Autore forse un po’ difficile ma che senza dubbio meriterebbe di essere riproposto.  

Se fosse in commissione d’esame, quale argomento proporrebbe per la traccia di un tema adatto alla prima prova?

DG – In un momento di crisi come quello attuale, sia economica che politica, chiederei ai giovani cosa si aspettano una volta usciti dalle superiori. Potrebbe essere interessante scoprire i diversi “motori” che spingono i ragazzi ad andare avanti in un quadro che ormai appare sempre più critico.

LG – Innanzitutto una traccia di carattere economico, dall’euro alla crisi; penso poi a una traccia sulla guerra che credo sia un argomento sempre molto importante da sottoporre ai ragazzi; poi una traccia sulla famiglia, sui valori, e infine una sulle nuove tecnologie, dagli smartphone ai tablet. 

AP – Chiederei agli studenti una riflessione critica sulla loro esperienza scolastica attraverso i contenuti affrontati. Quindi un’analisi del loro iter scolastico attraverso un eventuale approfondimento di autori, movimenti e episodi che più li hanno colpiti e formati nel corso degli anni scolastici, con particolare attenzione all’ultimo.

EC – Personalmente proporrei l’analisi di un testo di Pascoli, sia perché manca da ormai troppo tempo ma anche perché è sicuramente un autore chiave per capire l’avvio del ‘900 e decisamente “abbordabile” per quanto riguarda l’analisi, visto che non risulta particolarmente difficile.  

Il toto-traccia sulla prima prova della maturità è ormai partito da giorni: secondo lei può essere utile per ripassare o scaricare lo stress oppure è solamente una perdita di tempo?

DG – Credo sia solamente una perdita di tempo. E’ molto più utile studiare, leggere e ripassare senza occuparsi di eventuali previsioni. Da una parte è comunque inevitabile chiedersi quali argomenti potranno uscire, ma è consigliabile non dare troppo peso a previsioni che normalmente si rivelano errate.

LG – Credo sia più che altro una perdita di tempo. Bisogna affrontare il proprio esame in modo tranquillo e sereno, senza pensare troppo alle previsioni che spesso vengono smentite dalla realtà. 

AP – E’ assolutamente una perdita di tempo. Ho visto crescere molto negli ultimi tempi la preoccupazione riguardo a come poter attenuare la portata dell’esame, in ogni modo possibile. E’ aumentata la ricerca di informazioni che secondo gli studenti possono aiutare ma che poi si rivelano completamente inutili ai fini dell’esame.

EC – Credo sia più che altro una perdita di tempo, ma è anche inevitabile che si faccia. Ricordo che il giorno prima del mio esame di Maturità studiai tantissimo il ‘900 e solo all’ultimo, prima di andare a dormire, aprendo a caso i promessi Sposi lessi una frase. Il giorno dopo scoprii che la prova si teneva proprio su quella particolare riga, quindi posso dire che mi fido più della provvidenza che di inconcludenti pronostici. 

Quali sono state a suo giudizio le tracce d’esame più “azzeccate” nel corso degli anni?

DG – Avevo particolarmente apprezzato la traccia su Dante, anche se probabilmente sarebbe stato meglio porre domande meno analitiche e indirizzate più alla comprensione del testo. Ricordo con piacere anche quella su Svevo.

LG – In genere quelle da sviluppare sotto forma di saggio breve o articolo di giornale, perché offrono ai ragazzi maggiori possibilità di esprimersi liberamente, attraverso una documentazione il più delle volte esauriente. Per quanto riguarda gli autori, probabilmente Svevo, Pirandello e Dante, autori che normalmente il ministero preferisce. L’ultima poesia di Ungaretti proposta, “Lucca”, credo fosse invece troppo particolare e infatti è stata scelta da pochissimi studenti. 

AP – A mio parere nel corso degli anni si è persa soprattutto la specificità delle due tipologie del saggio breve e dell’articolo giornalistico. Ricordo che quando queste due modalità furono presentate si cercò di insegnare ai ragazzi quali fossero le peculiarità della scrittura di un articolo o di un saggio, cosa che  ormai è stata totalmente dimenticata.   

EC – Sono scettica soprattutto riguardo le tracce di ordine generale che difficilmente riescono a essere svolte nel modo corretto dagli studenti. Riguardo al saggio breve, invece, generalmente il tipo di consegna è piuttosto generico, quindi ritengo positivo per gli studenti considerare qualche documento proposto e assumere una propria posizione riguardo all’argomento. Un traccia che mi è sembrata particolarmente positiva e ben proposta negli ultimi anni è quella su Dante, certamente una bella sfida per i ragazzi. 

Su quali argomenti secondo lei gli studenti avrebbero davvero qualcosa da dire quest’anno?

DG – Come ho già detto, probabilmente sulla incerta prospettiva nei confronti del futuro che i giovani hanno oggi, a fronte della pesante crisi che sta attraversando il Paese. Crisi non solo economica ma anche morale, che poi si riflette inevitabilmente sulla situazione politica.

LG – Avrebbero sempre qualcosa di interessante da dire sulla loro esperienza, sul rapporto che hanno tra di loro e con gli adulti. Credo poi sia anche molto importante sapere cosa i giovani hanno da dire sui legami affettivi, in un contesto in cui sembra che affetti e valori si stiano sempre più perdendo. 

AP – La vicenda di Brindisi potrebbe essere uno degli episodi che più ha colpito i giovani studenti. I miei ragazzi hanno addirittura chiesto di poter avere un momento di riflessione, in maniera del tutto autogestita e senza interferire con le ore di lezione, per riflettere su quanto accaduto.

EC – Credo sia interessante chiedere agli studenti non tanto un semplice collage di documenti ma una reale presa di posizione critica nei confronti dell’argomento proposto, con la speranza che possano farlo anche di fronte a tutto ciò che leggono o che guardano quotidianamente sulla stampa e in televisione.